Leonardo Di Loreto, il silenzio di una solitudine invisibile

Leonardo Di Loreto, il silenzio di una solitudine invisibile

Leonardo Di Loreto, il silenzio di una solitudine invisibile

Il Presidente dell’Osservatorio Nazionale Violenza e Suicidi, Stefano Callipo, ha analizzato il caso di Leonardo Di Loreto, un giovane di 27 anni trovato senza vita nella sua stanza a Roseto degli Abruzzi. Secondo Callipo, il punto centrale di questo caso è la solitudine, una condizione sempre più diffusa che non riguarda solo gli adolescenti, ma anche i giovani adulti.

Questa solitudine è spesso vissuta tra le mura di casa e amplificata dal mondo virtuale. Le persone che vivono in questa condizione possono sentire una forte connessione con il mondo virtuale, ma allo stesso tempo possono perdere il contatto con la realtà. Quando ci si rivolge ai social, le emozioni possono essere amplificate, la gioia diventa più forte, la rabbia più intensa e la tristezza più profonda.

I genitori di Leonardo Di Loreto sono descritti come vittime, al pari del figlio. La morte di un figlio è un dolore indicibile e difficile da gestire, e la spiegazione della morte del proprio figlio può lasciare un punto di domanda aperto che non permette di rimarginare la ferita.

La solitudine di cui parla Callipo è frutto di un percorso alternativo a una vita reale, ed è uno spaccato di società che esiste. Ci sono molti giovani che vivono una linea di confine tra la vita e la morte, senza riuscire a percepire la differenza tra il virtuale e il reale. Quando una persona è immersa nel virtuale e poi cade in depressione, o si toglie la vita, le conseguenze sono tutt’altro che virtuali.

In sintesi, il caso di Leonardo Di Loreto è un esempio di come la solitudine e la dipendenza dal mondo virtuale possano avere conseguenze tragiche. È importante riconoscere questo problema e cercare di prevenirlo, per evitare che altre famiglie debbano affrontare un dolore simile.


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