Leonardo Pieraccioni a Conti: “Annuncia gli amici a Sanremo 2025, poi ha chiamato Clerici e Scotti”
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Leonardo Pieraccioni a Conti: “Annuncia gli amici a Sanremo 2025, poi ha chiamato Clerici e Scotti”

Leonardo Pieraccioni a Conti: “Annuncia gli amici a , poi ha chiamato Clerici e Scotti”

Era un'esperienza unica e irripetibile, no, non si ripeterà mai più. No, non va bene, va bene. Mi sono ricordato del presentatore Nerino, l'ho visto lì la prima sera, chiamo gli amici, chiamo gli amici. Era il momento giusto, allora via, chiama gli amici. E poi, si scopre che gli amici erano proprio la Clerici e Scotti. Va bene, no, però. Ciò che mi ha colpito di più è stato il momento in cui Tavi mi ha portato fuori solo a 22 anni. Ero io e Giorgino, ci siamo portati fuori solo e ora…

Ecco, è proprio successo così. Era un momento di grande esaltazione e dirompente libertà. Era come se il mondo si fosse fermato e ci fossimo trovati soli, noi due, nel grande giardino della vita. E poi, ecco che la rosa ha iniziato a girare. Eh, gira la rosa, eh, gira la rosa. Vai, gira la rosa.

Mi sembra quasi di rivivere quei momenti, di ricordare il modo in cui Tavi mi guardava, con quegli occhi verdi intensi e brillanti. Ero io e Giorgino, ci siamo portati fuori solo e ora… Era come se fossimo due persone diverse, due esseri umani diversi, con i loro stessi segreti e desideri. E la rosa, la rosa che girava, era come se fosse il simbolo di tutta la nostra vita, di tutta la nostra esperienza.

No, non va bene, va bene. Ciò che mi ha colpito di più è stato il modo in cui Tavi mi ha guardato, con quell'aria di sfida e di sfiducia. Era come se stesse dicendo: “Sono pronto a prendere il destino in mano e a crearlo”. E io, io ero lì, accanto a lui, con la mia stessa aria di sfida e di sfiducia. Era come se fossimo due persone diverse, due esseri umani diversi, con i loro stessi segreti e desideri.

E poi, ecco che la rosa ha iniziato a girare. Eh, gira la rosa, eh, gira la rosa. Vai, gira la rosa. Era come se il mondo si fosse fermato e ci fossimo trovati soli, noi due, nel grande giardino della vita. Era come se fossimo due persone diverse, due esseri umani diversi, con i loro stessi segreti e desideri.

No, non va bene, va bene. Ciò che mi ha colpito di più è stato il modo in cui Tavi mi ha guardato, con quell'aria di sfida e di sfiducia. Era come se stesse dicendo: “Sono pronto a prendere il destino in mano e a crearlo”. E io, io ero lì, accanto a lui, con la mia stessa aria di sfida e di sfiducia. Era come se fossimo due persone diverse, due esseri umani diversi, con i loro stessi segreti e desideri.

E la rosa, la rosa che girava, era come se fosse il simbolo di tutta la nostra vita, di tutta la nostra esperienza. Era come se fossimo due persone diverse, due esseri umani diversi, con i loro stessi segreti e desideri.


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