“L'ESAME DI MATURITÀ È UNA SCIOCCHEZZA”: STUDENTE RIFIUTA L'ORALE PER PROTESTA CONTRO IL SISTEMA
Giann Maria Favaretto, uno studente di 19 anni di Padova, ha fatto scalpore nel mondo scolastico italiano con un gesto inedito e coraggioso. Durante l'esame di maturità, ha deciso di rifiutare di sostenere la prova orale, voltando le spalle alla commissione e lasciando l'aula dopo aver ringraziato. Questo gesto apparentemente impulsivo, in realtà, nasce da una profonda riflessione critica sul sistema scolastico italiano.
Giann Maria, con 62 punti già ottenuti tra crediti e prove scritte, aveva già raggiunto la sufficienza per il diploma. Tuttavia, ha scelto di non sostenere la prova orale per denunciare un sistema che, a suo avviso, non misura né la crescita personale né le competenze reali degli studenti. Secondo lui, l'esame di maturità e il sistema scolastico in generale, generano stress e competizione a scapito del benessere degli studenti.
Dopo un confronto con i professori, Giann Maria ha accettato di rispondere a qualche domanda, ottenendo tre punti in più e concludendo con 65 su 100. Tuttavia, il suo gesto non è stato solo un atto di protesta, ma anche un modo per affermare la sua visione di una scuola diversa, dove la crescita personale e la libertà di apprendimento siano valorizzate più dei giudizi numerici.
“La scuola dovrebbe essere un luogo di crescita e libertà, non di giudizi numerici”, ha dichiarato Giann Maria. “Ho solo deciso di usare la mia testa”, ha aggiunto, sottolineando la sua scelta di non piegarsi alle regole di un sistema che non condivide.
Il gesto di Giann Maria ha sollevato un dibattito importante sulla natura del sistema scolastico italiano e sul modo in cui si valutano le competenze degli studenti. Molti hanno applaudito la sua scelta, vedendola come un atto di coraggio e di coerenza, mentre altri l'hanno criticata, considerandola un gesto di protesta sterile.
In ogni caso, il gesto di Giann Maria ha messo in luce le problematiche di un sistema scolastico che spesso sacrifica la crescita personale e il benessere degli studenti sull'altare della competizione e dei giudizi numerici. La sua scelta di “usare la sua testa” e di rifiutare di sostenere la prova orale è un invito a riflettere sulla vera natura della scuola e sul modo in cui possiamo creare un ambiente di apprendimento più libero e più autentico.
