“Licenziamenti sotto l'albero, accaniti contro 8 famiglie”: il presidio contro gli esuberi Ericsson
“Sotto l'albero di Natale, licenziamenti a sorpresa contro 8 famiglie: il presidio contro gli esuberi Ericsson
L'azienda ha intenzione di delocalizzare o dismettere l'unità produttiva italiana e pian piano sta depauperando la forza lavoro di questa sede. Il comune, la regione e il governo dovrebbero prendere atto di questo comportamento anti-empatico e anti-umano di una multinazionale che si accanisce contro otto persone, otto ragazzi e otto famiglie, mandate in procedura di licenziamento proprio a ridosso delle festività natalizie.
Sarebbe gravissimo dover dirlo ai miei figli che la mamma potrebbe restare senza stipendio prima di Natale. Non è solo una questione di potenziale rischio per noi, ma è una questione di cosa sta succedendo a otto persone che conosciamo e che hanno ricevuto la notizia inaspettata.
Abbiamo organizzato questo presidio di protesta contro l'ennesima procedura di licenziamento collettivo che colpisce otto dipendenti della sede di Genova. L'obiettivo aziendale è quello di chiudere questo reparto, poiché le funzioni saranno digitalizzate completamente. Ciò lascia perplessi, poiché i lavoratori stanno ancora passando le consegne ai loro colleghi svedesi.
La procedura di licenziamento è stata avviata il 16 dicembre, ciò ci mette in grave difficoltà, poiché stiamo cercando di coinvolgere le istituzioni locali, ma il consiglio regionale è chiuso e il comune è in ferie. Stiamo facendo molta fatica ad avere le interlocuzioni necessarie che abbiamo richiesto.
L'amaro sorpresa di trovare la lettera di licenziamento sotto l'albero di Natale è una cosa veramente brutta. Eravamo proprio davanti al Palazzo della Ericsson, proprio perché c'era una concomitanza importante: l'azienda aveva deciso di organizzare la sua festa di Natale per fare gli auguri ai dipendenti e poi, nello stesso tempo, gli manda le lettere di licenziamento.
Speriamo che le istituzioni locali si mobilitino per aiutare queste otto famiglie e lavoratori che stanno subendo questo trattamento. Non è solo una questione di licenziamenti, ma di un comportamento anti-umano e anti-empatico che non va tollerato.”