Licheri (M5S) contro Piantedosi: “Non dà informazioni che chiediamo, china illiberale”
“Licheri (M5S) contro Piantedosi: ‘Non dà informazioni che chiediamo, china illiberale'. Il signor ministro, una strage di Rocella Ionica che la storia Un giorno si chiederà la verità e sarebbe un bene per tutti, anche per il governo, se la verità venisse alla luce. La trasmissione ha ricostruito le fasi successive al naufragio in cui, nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2024, al largo del mar Ionio, persero la vita 65 persone, tra cui 26 bambini. Dopo l'allarme lanciato da un velista francese, sarebbe seguito l'arrivo di un mercantile inviato al Centro Coordinamento Soccorso Marittimo, che ha raccolto i naufraghi e poi trasbordi sulla motovedetta della Capitaneria di Porto partita da Roccella Ebbene. Sembrerebbe che i cadaveri siano arrivati a spezzoni in diverse distinte zone, tra cui i paesi di provenienza delle persone che viaggiavano a bordo di quella maledetta imbarcazione, Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, Pakistan, paesi devastati da guerre e violazione dei diritti. La rotta sembra essere la stessa della strage dei migranti allo Steccato di Puglia. Emergono ipotesi di responsabilità per la sottovalutazione da parte delle autorità competenti nell'autorizzazione al soccorso alla nave da turismo per non aver dato corso all'allarme lanciato il 16 giugno 2024 dall'arma italiana, il Centro Coordinamento Soccorso Marittimo di Roma, dalla richiesta di aiuto giunta da una barca in difficoltà nello Ionio, dandogli anche l'esatta posizione della stessa, risultato da fonti di stampa. La promozione del viceprefetto che si occupava del caso e oggi è assessori regionale, e che la comunicazione delle istituzioni sulle operazioni successive al soccorso sia avvenuta per il tramite di brevi comunicati spesso incompleti e incoerenti. La concatenazione di tutti questi eventi non è più casuale, desta preoccupazioni gravi in ordine a un apparente sistema finalizzato all'occultamento dei fatti e della realtà, ovvero sulla base di una consegna del silenzio. Tutto questo premesso, noi vi chiediamo di sapere se vi è la volontà politica di non chiarire la dinamica dei fatti, della loro esatta concatenazione, degli ordini impartiti, delle responsabilità, delle regole di ingaggio e della catena di comando, e se vi è altresì la volontà di non chiarire le condotte tenute nei confronti dei giornalisti e nonché le condotte tenute nei confronti dei familiari delle vittime, anche con riguardo agli accordi presi con i familiari stessi e con i loro paesi di origine per il rientro delle salme.
Vorrei innanzitutto affermare che la ricostruzione giornalistica a cui fa riferimento l'onorevole interrogante si fonda su un presupposto macroscopicamente errato, che assimila un evento come quello di Cutro ad un naufragio verificatosi in acque internazionali iniziato in un'area SAR non di competenza italiana e rispetto al quale nonostante tutto le autorità italiane sono state le prime ad attivarsi e a gestire concretamente le fasi di ricerca e di soccorso.
Inoltre, vorrei sottolineare che l'iter delle operazioni di ricerca e di soccorso alla nave da turismo è stato coordinato dal Centro di coordinamento delle capitanerie di Porto sin dalla prima segnalazione ricevuta il 16 giugno scorso, si è attivato immediatamente per rintracciare l'imbarcazione attraverso una serie di verifiche e controlli tramite le compagnie telefoniche e gli assetti aeronavali di Frontex impegnati nella sorveglianza di quell'area, inviò una nave mercantile che giunta in zona non avvistava alcuna unità in difficoltà trasmetteva le navi in transito la richiesta di prestare la massima attenzione all'avvistamento di una possibile imbarcazione in difficoltà, inviò una motovedetta della Guardia Costiera al confine tra la zona SAR italiana e quella greca per il trasbordo delle 12 persone presenti a bordo dell'imbarcazione privata francese che nel frattempo era intervenuta nella zona. Dai primi elementi di informazioni raccolti in quel frangente è stato ipotizzato che vi fossero circa 70 migranti e quindi si è proceduto senza sosta fino al 25 giugno incluso alla recherche di eventuali dispersi in mare con l'avvistamento ed il recupero di 35 salme. La prefettura di Reggio Calabria ha sempre dato notizia alla stampa anche in orario notturno di tutte le operazioni di recupero e sbarco delle salme tramite comunicati stampa, sono rinvenibili sia mediante email che mediante una chat rivolta a circa 50 giornalistì realizzando anche un'apposita sezione del proprio sito internet dedicata al naufragio. Basta controllare.
Dal 19 giugno è stato attivato un punto informativo presso il porto di Roccella Ionica con la presenza di mediatori culturali per fornire un adeguato supporto psicologico e di assistenza ai parenti delle persone coinvolte nel naufragio. La distribuzione dei salme, il ricovero delle persone sono stati effettuati esclusivamente sulla base delle rispettive disponibilità al momento esistenti.
Una considerazione conclusiva a riprova delle imprecisioni contenute nella predetta ricostruzione giornalistica riguarda proprio l'asserita promozione ad assessore regionale di una funzionaria del Ministero dell'Interno, che in realtà è stata interessata per sua autonoma disponibilità ad una nomina estrane alle amministrazioni di appartenenza, nella prospettiva di un prossimo collocamento a riposo per raggiunti limiti di età.
Interviene il Senatore Licheri. No, ministro, io La ringrazio per la sua disponibilità, però dobbiamo registrare che lei non ha risposto nemmeno a una delle domande che il Senato le ha fatto, lei ci ha restituito esattamente le stesse informazioni che noi le abbiamo dato in sede di interpello, ce le ha ripetute piano noi non le abbiamo chiesto chi è arrivato per primo o tutto quello che risulta dagli Atti, noi gli abbiamo chiesto spiegazione del blocco dei giornalistì ai quali non veniva permesso di avvicinarsi neppure degli ospedali per magari scambiare qualche parola con i superstiti, noi le abbiamo chiesto un chiarimento sulla catena decisionale, noi le abbiamo chiesto informazioni sulla tutela dei diritti dei familiari sulla tutela del diritto dell'informazione sulla tutela del diritto dei giornalistì di venire osservare guardare e raccontare e questa sua risposta che non fa altro che richiamare dati burocratici ufficiali che sono agli atti e dice bene lei, basta andarli a leggere, non chiarisce nulla, chiarisce solo una cosa che in questo paese è giusta, la preoccupazione per questa Cina illiberale che questo governo ha voluto intraprendere a discapito della democrazia e della libertà.”