LILIANA RESINOVICH: PROSEGUONO LE INDAGINI TRA DUBBI E IPOTESI
I partecipanti alla discussione sono Armando Palmegiani, criminologo ed esperto di scena del crimine, Simona Berterame, giornalista, Matteo Vinattieri, sociologo e criminologo, Anna Maria Casale, psicologa e criminologa, e Cristina Favento, corrispondente da Trieste.
La discussione verte sul caso di Liliana Resinovic, una donna scomparsa e successivamente ritrovata morta in un parco. I partecipanti esaminano vari elementi del caso, tra cui le ipotesi di suicidio e omicidio, e discutono sulla possibilità che il marito della vittima sia coinvolto.
Il dottor Palmegiani esprime scetticismo sul fatto che il caso possa essere risolto tramite ulteriori analisi, mentre la giornalista Simona Berterame avverte contro il rischio di voler a tutti i costi trovare elementi che sostengano una storia diversa da quella inizialmente narrata.
La dottoressa Casale sottolinea l’importanza di non farsi condizionare dalle opinioni pubbliche e di aspettare i risultati delle indagini.
Il caso risulta essere molto mediatico e quindi seguito con attenzione da parte dell’opinione pubblica.
La dottoressa Berterame sottolinea come spesso le persone tendano a pensare che si tratti di omicidio a causa della particolare modalità in cui è stato ritrovato il corpo, ma questo non necessariamente corrisponde alla verità.
Il dottor Palmegiani evidenzia che, in tutti i casi di questo tipo, bisogna pensare che si tratti di omicidio e poi spiegare il contrario, partendo dai dati concreti.
In questa particolare vicenda, la vittima ha lasciato i cellulari e si è allontanata, non avendo altri contatti possibili. Una telecamera la riprende in una piazza intermedia, e successivamente il suo corpo viene trovato all’interno di un bosco, avvolto in sacchi neri.
Secondo il dottor Palmegiani, l’ipotesi più plausibile è sempre quella dell’omicidio, cui il corpo della vittima è stato trovato con evidenti segni di violenza. Le contusioni riscontrate sulla vittima portano a pensare a un atto di violenza, ma non è chiaro se queste contusioni siano state prodotte prima o dopo la morte.
Il dottor Palmegiani conclude la sua analisi ponendo una domanda cruciale: qual è il valore aggiunto dell’assassino nell’avvolgere la vittima in sacchi neri e posizionarla in modo così particolare?
Questa domanda porta a riflettere ulteriormente sulle dinamiche del caso, evidenziando la complessità dell’indagine e l’importanza di esaminare tutti gli elementi disponibili per giungere a una conclusione.
