lilli gruber: ‘il primo film porno? l’ho visto a 16 anni in un cinema di londra’
in , ,

lilli gruber: ‘il primo film porno? l’ho visto a 16 anni in un cinema di londra’

, giornalista e autrice italiana, ha recentemente pubblicato il libro-inchiesta “Non farti fottere”, in cui esplora il mondo del porno online e l'impatto che ha sulla società. Secondo Gruber, il porno sta diventando sempre più accessibile e consumato dalle giovani generazioni, creando una distorsione della sessualità e una banalizzazione della violenza. Nel suo libro, l'autrice critica il capitalismo selvaggio delle piattaforme online e propone una soluzione: togliere la gratuità e promuovere un serio progetto di educazione sessuale.

Gruber, appartenente a una generazione che considerava l'erotismo come una forma di liberazione, ha visto il suo primo film porno quando aveva sedici anni in un cinema di Londra. Tuttavia, sottolinea che questa esperienza era diversa perché aveva ricevuto un'educazione sessuale e sentimentale aperta e consapevole dai suoi genitori.

La giornalista afferma che il porno è sempre esistito, ma negli ultimi anni si è sviluppato in un modo che supera ogni barriera morale, religiosa e legale. L'avvento della banda larga ha fatto esplodere l'industria del porno online, offrendo ai giovani un accesso discreto, rapido, individuale, illimitato e soprattutto gratuito al mondo del sesso virtuale. Secondo alcuni studi seri, quasi il 90% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni e il 40% delle ragazze frequentano siti porno in modo più o meno assiduo. I minorenni, che hanno un'età media di dodici anni, hanno accesso a una grande quantità di gratuiti che mostrano una sessualità spesso distorta e violenta.

Gruber parla anche di una “banalizzazione della violenza” nel porno. Anche se non esistono studi scientifici che dimostrino una relazione diretta tra il consumo di porno e la cultura dello stupro, ci sono casi di che fanno riflettere. La giornalista cita un caso avvenuto a , in cui una ragazza è stata violentata da un gruppo di ragazzi, mentre uno di loro riprendeva la scena con il telefono. Successivamente, il gruppo si è scambiato messaggi che facevano riferimento ai porno, paragonando la situazione a una gang bang. Questo esempio evidenzia il fatto che le giovani generazioni stanno recependo messaggi distorti sulla sessualità attraverso il porno.

Gruber cita le parole di , noto attore porno, che sostiene che i video hard violenti riflettono una società più violenta, e non viceversa. Tuttavia, l'autrice mette in dubbio questa teoria, sottolineando che oggi molti registi non si preoccupano del benessere delle attrici e che ciò può portare a una progressiva insensibilizzazione dei giovani a contenuti violenti e inappropriati.

La giornalista sottolinea anche il lato economico del porno online. Le vere potenze del settore sono le piattaforme online come Pornhub, XVideos, XNXX e xHamster, che controllano il mercato e attirano più visitatori rispetto alle principali piattaforme di streaming. Queste piattaforme sono molto opache e nascondono le loro pratiche economiche. Ad esempio, i ricavi delle piattaforme sono difficili da determinare e spesso vengono utilizzate residenze in Paesi come Cipro per nascondere movimenti di denaro illeciti.

Gruber sottolinea che il porno è diventato un business globalizzato, che produce contenuti standardizzati e sfrutta e precarizza i lavoratori. Inoltre, il porno online è diventato un mercato di massa che genera profitti astronomici. La giornalista cita l'esempio di Roberta Gemma, un'attrice porno italiana, che afferma che in Italia la produzione è quasi inesistente perché è più conveniente girare all'estero, come a Praga. Gruber si chiede se in questi paesi le condizioni di lavoro siano migliori di quelle italiane.

L'autrice propone due soluzioni per affrontare il problema del porno online. In primo luogo, suggerisce di eliminare la gratuità, in quanto gli adolescenti difficilmente possiedono una carta di credito e sarebbe più difficile per loro accedere ai contenuti pornografici. In secondo luogo, Gruber sottolinea l'importanza di promuovere l'educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, che incluso anche l'educazione digitale. Tuttavia, ammette che in Italia c'è ancora un forte tabù attorno a questi argomenti, che spesso vengono politicizzati a scopi ideologici.

Infine, Gruber mette in evidenza la necessità di proteggere i minori da contenuti pornografici inappropriati. Non solo i dati personali dei giovani sono a rischio sui siti porno, ma anche la loro fantasia e i loro desideri possono essere influenzati da una sessualità distorta e violenta. La giornalista sostiene che sia responsabilità della società affrontare seriamente questo problema e cercare soluzioni che proteggano i giovani dalla pornografia dannosa e che li educano a una sessualità sana e consapevole.

Cosa ne pensi?
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0