Lily Allen: “Spotify paga poco, guadagno più con i piedi su Onlyfans” 
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Lily Allen: “Spotify paga poco, guadagno più con i piedi su Onlyfans” 

La polemica riguardante il pagamento delle royalties da parte di Spotify ai artisti ha messo nuovamente al centro dell'attenzione la cantautrice britannica Lily Allen. Dopo che il sito BillBoard aveva già calcolato che la star avrebbe guadagnato circa 1,5 milioni di dollari all'anno da Spotify, la rivista ha deciso di effettuare un nuovo controllo più approfondito.

Il controllo è stato condotto utilizzando i dati del sito kworb.net, noto per la propensione a fornire informazioni accurate sulle esecuzioni dei brani musicali. Secondo questi dati, il 17 ottobre scorso, Lily Allen aveva totalizzato 851.623 stream giornalieri sul suo account Spotify. Utilizzando il Music Streaming Royalty Calculator, si è calcolato che in base a questi stream, Spotify avrebbe pagato il 4.077 dollari al giorno alla cantautrice.

In base a queste cifre, alcuni hanno concluso che Lily Allen guadagnerebbe quasi 1,5 milioni di dollari all'anno da Spotify. Tuttavia, quest'affermazione non è stata accolta con favore dalla stessa Allen, che ha definito ora “incredibilmente fuorviante” e “[manifattasi] troppo intelligente per spiegare come faccio a guadagnare un piccolo percentuale di queste somme giù… Devo solo fidarmi del fatto che il capitalismo neoliberista non se interessa che gli artisti vengano pagati per il loro lavoro”.

L'assertiva di Allen è sorprendente, date le cifre pubblicate da Billboard e le conclusioni fatte dai calcolatori di royalty. Infatti, come hanno notato gli stessi giornali, la gran parte di quella somma di 1,5 milioni di dollari non potrebbe andare a Lily Allen, bensì ad altri soggetti come l'editore dei diritti d'autore, le organizzazioni di diritti di esecuzione e il proprietario del copyright. Le royalty pagate a Lily Allen saranno in realtà molto minori.

Nonostante ciò, la polemica non sembra avere fine. La questione del pagamento delle royalties ai musicisti è diventata un tema di grande , con雅黑assistant

La polemica intorno ai pagamenti delle royalties da parte di Spotify ai musicisti ha richiamato nuovamente l'attenzione sulla star britannica Lily Allen. Dopo che Billboard aveva calcolato che la cantautrice avrebbe guadagnato circa 1,5 milioni di dollari all'anno da Spotify, la rivista ha deciso di condurre un ulteriore controllo sulla questione.

Il controllo è stato condotto utilizzando i dati del sito kworb.net, noto per la sua accuratezza sui dati relativi alle esecuzioni dei brani musicali. Secondo i dati, il 17 ottobre scorso, la Allen aveva totalizzato 851.623 stream giornalieri sulla piattaforma di streaming. Utilizzando il Music Streaming Royalty Calculator, si è calcolato che Spotify avrebbe pagato alla cantautrice 4.077 dollari al giorno, di cui 3.239 dollari sarebbero stati destinati al proprietario del copyright, 336 dollari pari all'editore dei diritti d'autore e 503 dollari alle organizzazioni di diritti di esecuzione come l'ASCAP, BMI, ecc.

Questi numeri hanno portato alcuni a conclusioni affrettate, come quella seconda che la Allen sarebbe guadagnata quasi un milione e mezzo di dollari all'anno da Spotify. Tuttavia, la stessa Allen ha indignato suo malgrado il tweet di PopCrave, commentando che questi numeri sono “incredibilmente fuorviante” e che “non sono abbastanza intelligente da spiegare come faccio a guadagnare un piccolo percentuale di queste somme. Devo solo fidarmi del fatto che il capitalismo neoliberista non si interessa che gli artisti vengano pagati per il loro lavoro”.

La reazione di Allen rispecchia la lamentela di alcuni artisti che criticano il sistema di pagamenti delle royalties, accusandolo di essere inefficiente e ingiusto. La stessa Allen sottolinea come la maggior parte di quei soldi non le sarebbe andato e come il sistema attuale non valuti il contributo degli artisti nel settore musicale. La polemica dimostra come la questione dei pagamenti delle royalties continui a essere discussione aperta e stimola riflessioni su come gli artisti vengono trattati nel mercato musicale.

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