Limite di 45 giorni per le intercettazioni, Bonelli: “Legge per l'impunità”. M5S: “Vergognatevi”
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Limite di 45 giorni per le intercettazioni, Bonelli: “Legge per l'impunità”. M5S: “Vergognatevi”

Limite di 45 giorni per le intercettazioni, Bonelli: “Legge per l'impunità”. M5S: “Vergognatevi”

La parlamentare Mara Carfagna ha pronunciato un'istitua asprissima contro la legge sull'internettazione, che stata presentata dalla maggioreanza assoluta. La legge, che sera messa a votazione, prevede un limite di 45 giorni per le intercettazioni, un provvedimento che Carfagna ha definito come “legge per l'impunità”. La deputata M5S si è espressa in termini pesantissimi, chiedendo ai membri della maggioranza di verrebbe a prendere atto dell'impatto negativo che la legge avrà sul contrasto al crimine. “Sta demolendo gli strumenti di polizia giudiziaria”, ha affermato Carfagna, “traffica di influsso che oggi la criminalità ha assunto nel paese”.

La parlamentare M5S ha anche criticato gli esponenti della maggioranza, accusandoli di ipocrisia e di non comprendere la portata della legge. “Vergognatevi”, ha gridato Carfagna, “il vostro governo sta passando in completa inconsapevolezza sulla portata e la gravità del provvedimento che la Camera stessa si accinge a approvare. Il limite delle intercettazioni a 45 giorni è una legge per l'impunità e un ulteriore tassello di aggressione all'attività e all'attività della politizia giudiziaria e della magistratura del paese”.

Carfagna ha anche parlato del problema della violenza sulle donne, accusando gli uomini di “compire violenza” e di “non prendere atto della responsabilità dei propri atti”. “Voglio rivolgermi alla responsabilità dei maschietti degli uomini presenti in quest'aula”, ha affermato, “e non alla solidarietà delle donne”. “Gli uomini che compiono violenza sulle donne, non solo in questo paese, ma nel mondo, sono anche gli uomini che devono prendere atto della loro azione e della loro incapacità di cambiare”.

Inoltre, la parlamentare M5S ha lamentato la scarsa informativa sul conto dei reati informatici e sulla tutela delle donne vittime di violenza. “Non c'è alcun principio di giustizia”, ha affermato, “quando si parla di donne che hanno subito violenze, ma non si parla di tutela”. “Lasciate che io le donne non siano abbandonate, viceministro”, ha concluso, “e non diteci cosa pensate e come la pensate”.


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