l’intelligenza artificiale, un’altra ‘arma’ del cremlino – il capo della commissione per le…
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l’intelligenza artificiale, un’altra ‘arma’ del cremlino – il capo della commissione per le…

La saga dei deepfake fa nuovo ingresso nella vita americana. Ben Cardin, presidente della Commissione per le relazioni estere del Senato USA, si è trovato di fronte a un caso singolare che ha messo alla prova la sua capacità di discriminare la realtà dalla finzione.

Stava effettuando una videochiamata via Zoom quando, d'un tratto, fu investito da un uomo che si presentò come Dmytro Kuleba, ex ministro degli esteri ucraino. Il problema era che, in realtà, Kuleba era proprio lì davanti a lui, almeno nell'avatar generato dall'. Gli chiese informazioni sulla prossima tornata elettorale, nonché se sarebbe stato favorevole al lancio di missili a lungo raggio sul territorio russo.

Cardin aveva precedentemente conosciuto Kuleba in persona e aveva anche ricevuto una email che sembrava venire dall'ex ministro, che gli chiedeva di incontrarsi su Zoom. Tuttavia, il tono della conversazione gli pareva strano e questo insospettì Cardin, che decise di interrompere la chiamata e informare il Dipartimento di Stato americano della situazione.

Inoltre, l'ex ministro ucraino era morto in una missione diplomatica some 15 anni fa. Gli investigatori credono che il deepfake possa essere stato orchestrato dalla Russia, visto che l'argomento dei missili ucraini è assai delicato e che Putin ha già minacciato di intervenire a protezione dei russi se si verificano attentati contro di loro in Ucraina.

Non è la prima volta che i politici vengono bersagliati dai deepfake. Il mezzo è stato già utilizzato in passato per disinformare l'opinione pubblica e influenzare le decisioni politiche. In questo caso, il fine sembra essere più chiaro: instillare paura e preoccupazione tra le leadership americane e di creare confusione su una possibile mossa russa.

L'FBI è ora investigando il caso e gli Stati Uniti non sono stati ancora in grado di confermare o negare se il deepfake abbia effettivamente la stampa russa dietro di sé. Una cosa è certa: il caso ha sollevato preoccupazione per la sicurezza informatica e la tutela delle informazioni delle persone pubbliche.

“Questa è una storia spaventosa sulla possibilità di utilizzare deepfake per influenzare le decisioni dei politici”, ha affermato Cardin nel suo comunicato. “Il mio team e il Dipartimento di Stato americano si assicureranno di riparare il più possibile e di proteggere le informazioni vitali per la sicurezza nazionale”.

I politici americani si devono adoperare per evitare altri attacchi di questo genere e per fornire un'adeguata formazione e difesa contro la propaganda digitale. Il fatto è che i deepfake non sono solo un pericolo per la stabilità , ma anche per la tutela delle informazioni private delle persone.

In futuro, sarà sempre più difficile discernere la realtà dalla finzione e la vera identità dalla false. È indispensabile che i politici americani e i responsabili delle informazioni pubbliche siano messi in guardia e possano difendersi da queste minacce.

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