L'intervento integrale di Barbero all'assemblea Cgil su voto e lotta: “Vinciamo i referendum”
“L'Intervento Integrale di Barbero all'Assemblea Cgil su Voto e Lotta: ‘Vinciamo i Referendum', Buongiorno a tutti. Non nascondo che come professore di storia medievale sono stato invitato a parlare a un'assemblea della Cgil, quindi magari capita che pensiate che non sia il mio ambiente naturale. Ma devo ammettere che sono preoccupato per nulla, perché ho visto con piacere che tutti quanti, da Luca Telese ai miei colleghi storici, hanno parlato di storia, hanno parlato di precedenti, hanno parlato di avvenimenti avvenuti 50 o 100 anni fa. Forse potrebbe significare che stiamo facendo la storia. Magari, per il momento, è un po' troppo però sarebbe bello se, in futuro, osservando da qui, potessimo dire ‘Beh, saranno ricordate anche queste, queste giornate?'
Mi è stato aiutato il ricordo di uno dei grandi maestri di noi medievisti, un grandissimo storico del Novecento, Mark Block, nato alla fine dell'800, che ha lavorato negli anni '20 e '30. Era un uomo straordinario, che ha rivoluzionato il modo di fare la storia, insegnando che fare la storia significa studiare gli esseri umani, studiare la vita degli uomini, delle donne, dei bambini, di tutti. Ecco, studiare la storia. Questo uomo nato nel cuore dell'Europa, in Francia, è andato a presentarsi alla Resistenza, dopo la sua dimissioni e la sua restrizione, diventò uno dei capi della Resistenza francese meridionale e lo è stato a lungo, fino a quando non è stato tradito, arrestato, torturato dalla Gestapo e poi ucciso nel giugno 1944.
Ecco, questo storico nato in Francia, in una grande borghesia, era un monopolio di professori universitari, sposato con una figlia di petrolieri, era un membro della grande borghesia che, in Francia, negli anni '20 e '30, era un ceto totale di destra. Abitava in un palazzo in cui non si parlava di politica, il figlio ricorda che non gli piangeva non sapeva cosa fossero le idee politiche del padre… ma era un uomo d'ordine, Mark Block non fece política attiva, la sua classe non faceva, non era comunista, perché aveva orrore del dogmatismo e nel comunismo dei suoi tempi, vedeva quel dogmatismo che gli ripugnava. Tuttavia, aveva il senso degli interessi contrastanti, aveva il senso del fatto che la società è fatta di interessi che confluiscono e deve essere così.
Ecco, quel che ho preso da Mark Block sembra retorico, ma è una frase sua che può sembrare retorica, diceva: ‘Sono uno storico e so quanto c'era di vero nel grido famoso di Carl Marx, “Proletari di tutti i paesi unitevi oggi!”. Questa frase non è più percepita come lo era un tempo. E quando, nel 1934, nacque il comitato di vigilanza degli intellettuali antifascisti in Francia, Mark Block aderì, firmando un appello rivolto ai lavoratori, poi nella sua corrispondenza con i suoi colleghi parla di queste scelte che stanno facendo e dice: ‘Finirà molto male. Poi Noi finiremo'.
Ecco, sono passati ancora 80 anni e il fascismo è al potere in Italia, il nazismo in Germania, in Francia, ma qualcuno aveva gli occhi aperti lo vedeva benissimo. Ecco, Mark Block iniziò a scrivere un libro per capire come la Francia è stata sconfitta così rovinosamente e dice che ci sono colpe di tutti, di una borghesia francese che si è posta di fronte gli operai in sciopero e ha altri legami con il fronte popolare, con la coalizione di sinistra che a un certo punto in Francia aveva vinto le elezioni negli anni '30. Ecco, una borghesia francese che si è posta di fronte agli operai in sciopero e ha altri legami con il fronte popolare, con la coalizione di sinistra che a un certo punto in Francia aveva vinto le elezion, ecc.
Ecco, un esempio storico importante, un esempio regionale, l'Italia, il 1906, le mondine, le donne del movimento operaio, misero piede avanti e distrussero vetrine di negozi, insegne, chiaro, che oggi viviamo in un clima diverso, bisogna confessare che quelli che manifestano usano metodi violenti, ma le mondine del 1906 sono passate alla storia come eroine del movimento operaio. Ecco, un esempio di come le lotte dei lavoratori in un contesto di conflitto ben vistoso hanno raggiunto i loro risultati, certo sono state importanti, sicuramente sono state vittoriose. Ecco, se ne parlano molto meno, ma anche loro hanno raggiunto i loro risultati.
Ecco, l'esperienza del marzo 1943 in Italia, scioperi operai in maggioranza precario, con operai che non lavoravano affatto solo 8 ore. Ecco, un mondo diverso da oggi. Il diritto di associazione è sempre stato conquistato 100 anni fa, ma il lavoro precario e frammentato, molti lavorano meno di 8 ore. Ecco, è chiaro che non è lo stesso impatto, ma è una partita importante per non far cadere le conquiste di generazioni e per non far cadere il diritto di voto. Ecco, è un grande lavoro da fare. Ecco, sto dicendo una things bastante ridicolo, perché so che dite di sapere benissimo, ma devo dire che appunto, quelle lotte vittoriose hanno prodotto una situazione in cui, dal mio punto di vista, sembra di far parte di un ciclo che ricomincia. Ecco, ci sarà anche un'altra partita, nella modalità in cui scegli di lottare per i diritti dei lavoratori. Torna al voto, al referendum. Ecco, se non è sufficiente, e allora credo che lo slogan ‘il voto è la nostra Rivolta' dovrebbe farci ragionare su cosa sia esattamente la democrazia e se non serve solo per garantire che il paese sia governato bene. Ma è per far sì che tutti sentano di fare parte e di essere ascoltati e di contare qualcosa. Ecco, a mio avviso, la democrazia serve per creare un'asculta generale, un'asculta quel si senta parte qualcosa. Ecco, a questo serve la democrazia, quindi a questo serve la lotta demolire queste barriere che quindi facciamo parte di un mondo in cui ognuno sente di essere contato e ascoltato. Ecco, a questo serve la lotta, e ecco, spero che il referendum dei prossimi giorniất sia un modo per fare proprio questo.”
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