L'odissea dei richiedenti asilo per aprire un conto corrente: “Condotta discriminatoria”
“L'odissea dei richiedenti asilo per aprire un conto corrente: una condotta discriminatoria
Buongiorno, noi siamo in una situazione difficile. Sono venute delle signore da noi che sono tutti e due , più di quanto ci aspettavamo di trovare, venerdì e magari andate via, perché guardando abbiamo proprio difficoltà. Noi abbiamo girato anche stamattina dal G… appuntamenti, che sono fino a giugno – giugno. Oggi è Febbraio, ho preso il permesso di soggiorno per asilo politico e subito Sono andata alla posta italiana, mi hanno fatto firmare i Fogli e dopo me hanno detto che tra tre settimane sarebbe arrivato a casa mia. Ho aspettato 30 giorni, sono tornata alla posta italiana e loro mi hanno detto che ho dovuto ancora aspettare. I richiedenti asilo devono presentare la richiesta e la Questura ha un foglio di conferma della formalizzazione della richiesta, che costituisce un permesso di soggiorno provvisorio, in attesa di una valutazione da parte di una commissione e quindi di una procedura che dura a Roma attualmente circa un anno e mezzo o due anni.
La problematica che abbiamo riscontrato qui a Roma è quella dell'apertura di conti di base presso gli uffici di posta italiana e presso gli istituti bancari, che riguarda migliaia di cittadini stranieri residenti in città. Ci crea un paradosso per cui quando vanno a richiedere un'apertura di un prodotto di risparmio vengono la maggior parte delle volte respinti. Sono tornati tante volte alla posta italiana e mi hanno detto che io ancora ho dovuto aspettare. Poi, quando ha passato praticamente 4 mesi, sono tornata e loro mi hanno detto che il mio documento sta per scadere, un permesso di soggiorno che ha rilasciato al 31 dicembre 24, ha possibilità di fare il conto di base finale a giugno 2025, perché la posta ha un tempo massimo di 6 mesi di validità di quel permesso. Quando uno va a rivolgersi alle imposte italiane del primo giorno, ti convocano fra 45 giorni o forse fra due mesi, dopo che tu arrivi lì a firmare il contratto del conto di base ci vuole altri due o tre mesi. Ciò significa che i tempi sono ristretto, quindi quasi tutti non riescono a fare.
Il problema che viene rilevato da Poste è che il permesso di soggiorno, soprattutto quello provvisorio rilasciato al momento della formalizzazione della domanda, non ha una scadenza, come invece ha una scadenza il permesso di soggiorno per richiesta asilo. Il problema nasce dal fatto che in alcune questure, ad esempio presso la Questura di Roma, l'ufficio immigrazione di Roma, nella fase amministrativa della procedura di protezione internazionale, la persona rimane con la sola ricevuta di formalizzazione della domanda di asilo per molti mesi, anche in realtà per un anno o un anno e mezzo.
Nonostante ciò, Poste pretende che anche sulla ricevuta provvisoria ci sia questa scadenza di 6 mesi, che in realtà non è prevista né dalle questure, né dalla legge, che non indica in modo alcuno una scadenza di validità di questa ricevuta. Invece, la legge prevede che questa ricevuta è valida per tutta la definizione della procedura amministrativa della domanda di asilo e quindi non si può ritenere che sia scaduta solo perché sono passati 6 mesi.
Noi abbiamo tanti problemi, ma il problema più grave è quello di avere un conto di base per poter avere un contratto di lavoro e fare un proprio futuro. La maggior parte dei nostri problemi derivano dal fatto che non abbiamo un'identità riconosciuta dal sistema, quindi non possiamo avere un contratto di lavoro, un contratto di affitto, non possiamo essere contrattualizzati. L'assenza di un'identità ci crea lavoro nero e questo ha ricadute sullo sfruttamento, sulla criminalità organizzata che approfitta di situazioni di questo tipo per attrarre lavoratori ricattabili e sfruttati.
Noi abbiamo reagito a questa prassi ritenendo che sia assolutamente discriminatoria e abbiamo presentato circa una decina di cause al tribunale civile di Roma. Le abbiamo presentate proprio come cause contro la discriminazione e la risposta è stata univoca, i Tribunali hanno sempre accolto le nostre istanze e hanno rilevato la discriminazione di questa condotta. Hanno ordinato a Poste di procedere all'apertura del conto anche solo con la ricevuta priva di una data di scadenza, senza il contratto del lavoro, e senza il contratto di affitto non si può fare la residenza, quindi l'assenza di un'identità è un problema molto serio per noi.”
