L’omelia di don Mimmo Battaglia ai funerali di Martina Carbonaro
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L’omelia di don Mimmo Battaglia ai funerali di Martina Carbonaro

L'omelia di don Mimmo Battaglia ai funerali di Martina Carbonaro

«Il dolore di oggi ci impone di dire, senza paura, senza ambiguità, una parola netta: Martina è morta per mano della violenza. È morta per mano di un ragazzo che non ha saputo reggere un rifiuto, un limite, una libertà, togliendo il futuro non solo a Martina ma anche a se stesso! Martina è morta per un'idea malata dell'amore. Un'idea ancora troppo diffusa, troppo tollerata, troppo silenziosa. E permettetemi di dire una parola, soprattutto ai ragazzi, di dire la mia preoccupazione soprattutto per quelli che non sanno più gestire la rabbia, che confondono il controllo con l'affetto, che pensano ancora che amare significhi possedere. Che vedono la donna come qualcosa da ottenere, da tenere, da non perdere mai. Che se vengono lasciati si sentono umiliati, feriti, e trasformano il dolore in odio. Un odio che uccide. È femminicidio. Chiamiamolo con il suo nome. Non è follia. Non è gelosia. Non è un raptus. È il frutto amaro di un'educazione che ha fallito. Di un linguaggio che normalizza la violenza. Di un silenzio colpevole».

I funerali della piccola Martina Carbonaro, vittima di femminicidio a 14 anni, uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola,  sono stati celebrati nella Basilica di Sant'Antonio dal cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di . La sua omelia, lunga e articolata, contiene frasi molto nette e chiare.


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