L'Ucraina, l'Albania e la disumanità spacciata per geopolitica
Scrivo oggi come albanese e italiana, come intellettuale e come parte lesa di una storia che non si è mai voluta riconoscere del tutto. Una storia di ferite e parole sfuggenti, di responsabilità negate e verità nascoste sotto il velo opaco della “stabilità”. Perché proprio oggi, quando sento le parole di Romano Prodi, colui che un tempo rappresentava l'Italia in Europa, dire che l'Ucraina sarebbe stata più «utile» come Paese «cuscinetto» tra Russia e Nato, non posso fare a meno di rivivere un'eco che mi riporta al 28 marzo 1997. Quell'anno, infatti, nel mare Adriatico, centotré miei connazionali perirono nel tentativo di fuggire dalla miseria; la motovedetta su cui viaggiavano, la Kater i Radës, venne speronata da una fregata italiana, la Sibilla, lasciando al…