lucrezia lante della rovere, monicelli e la scena dei capezzoli, la madre marina,il bisturi,l’amore
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lucrezia lante della rovere, monicelli e la scena dei capezzoli, la madre marina,il bisturi,l’amore

Lucrezia Lante della Rovere: “Non c'è niente di male a specificare l'età delle attrici”

Lucrezia Lante della Rovere, discendente di Lorenzo il Magnifico e ex-modella, ha dichiarato la sua età non richiesta durante un'intervista: 57 anni. E non comprende perché ci sia polemica sul fatto che, sotto le foto delle attrici, venga sempre specificata anche la data di nascita. Secondo Lucrezia, è meglio dire quanti anni si ha e poi sentire rispondere che li si porta bene. La famosa attrice italiana è abituata a dire le cose come stanno, facendo della chiarezza una sua arma di difesa.

La sua carriera ebbe inizio nel 1986 sul set del film di Monicelli Speriamo che sia femmina. In quel film, Lucrezia, all'epoca la più giovane del cast, interpretò una scena in cui subiva una molestia dall'amante della zia, interpretato da Adalberto Maria Merli. A distanza di anni, Lucrezia si rivede in quel ruolo con un certo distacco, ricordando di essere stata magrissima e timida. Monicelli aveva una visione precisa sul futuro maschile e sulla consapevolezza delle donne della loro forza. Infatti, nel film, gli uomini ne uscivano a pezzi, dimostrando come Monicelli avesse intuito tutto in modo geniale. Lucrezia ricorda una battuta di Merli in particolare, quando lui allungava le mani sui capezzoli e le chiedeva se li faceva la punta tutte le mattine. Una battuta che faceva ridere e allo stesso tempo ridicolizzava il personaggio.

Nel cast del film c'erano anche Catherine Deneuve e Liv Ullmann. Lucrezia non ha ricordi particolarmente positivi di Deneuve, la quale stava sempre per conto suo e si truccava da sola. Deneuve era molto bella, ma anche molto francese. Liv Ullmann, invece, era un'altra storia. Lucrezia e Liv mangiavano insieme il panino sotto l'albero durante le pause e poi Liv si faceva un cicchetto. Aveva uno sguardo malinconico, nostalgico, ed era molto affettuosa e materna con Lucrezia.

Lucrezia si è molto trasformata rispetto a quel primo set, acquisendo sicurezza e maturità, ma una parte della ragazza di quel film è ancora in lei. Ha dovuto affrontare una figura materna complessa – sua madre, Marina Ripa di Meana. Rispetto a questo, Lucrezia sostiene che le difficoltà siano utili perché temprano il carattere. Ha dovuto tirare fuori la “cazzimma” per sopravvivere e affrontare la vita con strumenti forti. La madre di Lucrezia era una donna complicata, ma anche speciale e talentuosa. Durante la pandemia, Lucrezia ha trovato la riconciliazione scrivendo un libro, intitolato “Apnea”. Quando le persone non ci sono più, lo sguardo cambia. Sebbene abbiano sempre litigato, oggi Lucrezia non ricorda nemmeno perché.

Lucrezia ammette che non le fa piacere guardarsi allo specchio e vedere le rughe che scendono. Ogni tanto si chiede se dovrebbe tirare un po' più su la pelle del viso, ma poi si mette a ridere e non fa niente. Quando vede le donne mostrificate dalla chirurgia plastica, pensa che comunque si vedono gli anni e che sia meglio diventare una bella vecchia.

Attualmente, Lucrezia è al cinema con i film “C'è anche domani” e “Flaminia”, entrambi diretti da Ennio Doris. La scelta dei suoi ruoli è guidata dalla sua intuizione e talvolta dalla necessità di far quadrare i conti. Le piacerebbe fare più commedie. Secondo Lucrezia, il cinema italiano è un po' stantio, più simile a “Boris” che a “Call my agent”. In Italia sembra che il cinema sia un circolo vizioso, sempre composto dagli stessi attori e dagli stessi registi, rendendo i film sempre uguali.

Lucrezia è innamorata di un cagnone da 60 chili, che ha 13 anni. Al momento, nel suo letto non c'è spazio per altro.

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