Il 26enne Luigi Mangione, arrestato per l’omicidio del CEO di United Healthcare Brian Thompson, ha un passato segnato da un intervento alla spina dorsale non riuscito, che lo ha lasciato con dolori lancinanti e difficoltà motorie. Secondo l’ex coinquilino, Mangione era “come se fosse impazzito” dopo l’operazione, che non aveva risolto i suoi problemi di salute.
Le vite impiantate nella spina dorsale erano state causa di grande sofferenza e difficoltà per Mangione, che aveva postato una foto relativamente alle sue condizioni su un profilo sociale. L’uomo aveva già tagliato i ponti con amici e familiari prima della scomparsa, probabilmente a causa delle sue condizioni di salute.
La polizia di New York ha analizzato un manifesto trovato addosso a Mangione al momento dell’arresto, in cui egli descriveva l’assassinio di Thompson come “un simbolico attacco e una diretta sfida alla presunta corruzione e ai giochi di potere” delle mutue private.
L’ex nonno di Mangione, Nicholas, un muratore che aveva costruito un piccolo impero immobiliare, ha sottolineato che “si vedeva come un eroe che aveva finalmente deciso di agire contro le ingiustizie del sistema sanitario privato”. La polizia ha affermato che Mangione considerava se stesso un “martire” che stava seguito l’esempio, esortando gli altri a lottare contro la corruzione e i giochi di potere.
La storia di Mangione è quella di un giovane che era stato un studente modello, classificato come “geniale” da ex compagni di scuola, ma che dopo l’operazione alla spina dorsale è diventato “assolutamente pazzo”. La polizia ha espresso la sua preoccupazione per la capacità di Mangione di movimento e di pensiero critico, considerando la sua azione “un atto di estrema violenza”.
La tragedia dell’omicidio di Brian Thompson ha causato shock nella società americana, e la polizia è ancora in fase di indagine per scoprire i motivi e le cause dell’azione di Mangione.