LUOGO DEL DELITTO | IL MASSACRO DEL CIRCEO – Parte 2
Il delitto di San Felice Circeo è un caso criminale occorso tra il 29 e il 30 settembre 1975, nel comune di San Felice Circeo, in provincia di Latina. Due giovani amiche, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, furono attirate con l’inganno da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira in una villa di proprietà della famiglia di Ghira.
I tre ragazzi, provenienti da quartieri altolocati e frequentanti scuole importanti, sembravano “bravi ragazzi” e riuscirono a ingannare le due ragazze, che si fidarono di loro a causa della loro apparenza e del loro comportamento. Tuttavia, una volta nella villa, le ragazze furono sottoposte a violenze e abusi per 36 ore, fino a quando Donatella Colasanti riuscì a fuggire e a denunciare il crimine.
Il caso destò grande scalpore all’epoca e sollevò molte domande sulla società e sulla psicologia dei tre ragazzi, che sembravano avere tutto ma che in realtà nascondevano una personalità oscura e violenta. La leadership del gruppo sembra essere stata di Andrea Ghira, che si presentava come “il capo dei marsigliesi” e che aveva un ruolo chiave nella pianificazione e nell’esecuzione del crimine.
Donatella Colasanti, la sopravvissuta, dovette rivivere il trauma del crimine più volte, sia durante le indagini che durante il processo, e fu sottoposta a una doppia vittimizzazione. Tuttavia, lei mostrò una grande forza e una volontà di denunciare il crimine e di aiutare le altre vittime di violenza, e divenne un’esempio di coraggio e di resilienza per molti.
Il caso del delitto di San Felice Circeo rimane un esempio di come la violenza e il crimine possano essere commessi da persone che sembrano normali e rispettabili, e di come la società e la psicologia possano influenzare il comportamento umano. È anche un esempio di come le vittime di violenza possano trovare la forza di denunciare il crimine e di aiutare gli altri, e di come la giustizia possa essere fatta grazie alla loro testimonianza.
