Mafia cinese, struttura ed estensione in Italia
La sociologa Giorgia Butera sostiene che è corretto definire le organizzazioni criminali cinesi come “mafie” a tutti gli effetti, in quanto sono strutture transnazionali, radicate e organizzate, capaci di gestire traffici illeciti su vasta scala. Secondo Butera, queste organizzazioni hanno una rete operativa capillare paragonabile a quella delle mafie italiane.
Butera afferma che, quando un’attività commerciale italiana chiude e ne apre subito una cinese, ci si dovrebbe chiedere il perché, poiché potrebbe trattarsi di dinamiche che vanno ben oltre il mercato. La sua opinione è che il termine “mafia” sia appropriato per descrivere queste organizzazioni, in quanto sono fortissime e hanno la stessa centralità e capillarità delle mafie interne nazionali.
Inoltre, Butera sottolinea che la mafia cinese è una realtà poco conosciuta e poco raccontata, specialmente rispetto ad altre mafie transnazionali come quella nigeriana. Tuttavia, anche semplici organizzazioni possono essere indicative di una presenza mafia. Ad esempio, quando in una città c’è una alta percentuale di attività commerciali gestite da cinesi, potrebbe essere un segnale di attenzione per comprendere il perché chiude un’attività italiana e ne apre subito una cinese.
In sintesi, Butera ritiene che sia giusto utilizzare il termine “mafia” per descrivere le organizzazioni criminali cinesi e che sia necessario essere attenti alle dinamiche che potrebbero indicare la presenza di queste organizzazioni.
