MAFIA E LA TRATTATIVA CON LO STATO
Il colonnello Angelo Jannone ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla crescente presenza di gang giovanili, multietniche e principalmente guidate da seconde generazioni di matrice nord africana, che stanno riemergendo in Italia. Secondo Jannone, queste gang hanno atteggiamenti che sono tipici di microorganizzazioni mafiose e possono evolvere in qualcosa di più pericoloso.
Il colonnello ha anche sottolineato che la solitudine e la mancanza di identità sono tra le cause principali di questo fenomeno, soprattutto tra i giovani che cercano di appartenere a un gruppo e di avere una propria identità. Ha anche notato che le ragazze sono sempre più coinvolte in questo fenomeno, con la presenza di “maranzine” a Milano.
La dottoressa Fabrone ha concordato con il colonnello, sottolineando che la solitudine odierna è diversa da quella del passato, poiché i giovani sono sempre più connessi ai social media e hanno l'impressione di essere in mezzo a molte persone, mentre in realtà sono soli.
Il discorso si è poi spostato sulla trattativa Stato-Mafia e sulla figura di Giovanni Falcone, che è stato un magistrato coraggioso e integro nella lotta contro la mafia. Il colonnello ha ricordato una frase emblematica di Falcone, che diceva che “la cultura del sospetto non è l'anticamera della verità, ma è l'anticamera del comeinismo”.
Infine, Valentina ha posto una domanda interessante, chiedendo cosa avrebbero detto Falcone e Borsellino dell'Italia di oggi, se fossero ancora vivi. Il colonnello ha risposto scherzosamente, chiedendosi cosa avrebbero detto dei loro colleghi oggi, e ha poi sottolineato che Falcone era un magistrato con un credo rigorosissimo nel rispetto della norma, anche a costo di apparire impopolare.
