Marco Travaglio presenta il suo libro e ripercorre la storia di Israele e Palestina
Marco Travaglio presenta il suo libro sulla storia di Israele e Palestina. Dopo la rappresaglia israeliana contro i palestinesi a Gaza, Travaglio ringrazia tutti quelli che hanno partecipato alla giornata e gli amici che hanno contribuito allo sforzo. Il giornalista ammette che il suo libro non è una opera storica approfondita, ma piuttosto un “bignami”, un libro sulla cronologia dei fatti più importanti. Travaglio spiega che il conflitto tra israeliani e palestinesi è durato più di 100 anni e che l'origine del problema si trova nella storia dell'antisemitismo in Europa nel XIX secolo.
Gli ebrei scapparono dall'Europa e si riversarono nella Terra Santa, che gli arabi erano inizialmente contenti di concedere loro come patria nazionale. Tuttavia, gli ebrei iniziati a rivendicare tutti i diritti sulla terra e a costruire insediamenti, generando tensione tra le due comunità. Travaglio sottolinea come la situazione sia complessa e controversa, ma che è impossibile non ammettere il diritto alla esistenza di Israele come Stato e di Gaza come Entità palestinese.
Il giornalista critica netanyahu e il governo israeliano per l'uso del termine “genocidio” contro i palestinesi a Gaza, paragonandolo all'eliminazione della popolazione ebraica durante la Shoah. Travaglio suggerisce che la soluzione del conflitto non sia nella creazione di due Stati, ma nel riconoscimento del diritto alla vita e alla sovranità dei palestinesi sul loro territorio.
Travaglio conclude elogiando i leader che sono riusciti a promuovere il dialogo e la pace in passato, come Nelson Mandela in Sudafrica, ma lamentando l'assenza di statisti capaci in Israele e in Palestina. Chiede chi possa seppellire la storia del conflitto e trovare una soluzione pacifica, ma sostiene che “la conoscenza della storia” è il punto di partenza per comprendere la situazione attuale.
Infine, Travaglio ringrazia il pubblico e invita a leggere il Fatto Quotidiano, chiamandolo “Fatto Quotidiano” perché esce tutti i giorni, per comprendere meglio il conflitto.
