Maria Rosaria Boccia, la “Pompeiana esperta” scivola sul curriculum: ieri ha pubblicato su Instagram i documenti che attestano la cessazione effettiva del suo matrimonio con l'ex marito, ma non si è accorta che stava mentendo sé stessa – nel documento c'è scritto nero su bianco che il suo titolo di studio era il diploma. E non la laurea in economia aziendale che scriveva di aver conseguito nel 2005 all'Università “Parthenope” di Napoli…
Maria Rosaria Boccia torna alla carica. Questa sera ritornerà infatti nel salotto amico di Piazza Pulita condotto da Corrado Formigli su La7, per commentare le rivelazioni dell'ultima puntata di Report…
E ieri è ricomparsa in grande stile anche sui suoi profili social pubblicando – in smentita al Corriere della Sera e varie altre testate – due documenti del 2011 e del 2012 che attestano la cessazione effettiva del suo matrimonio con l'ex marito, sposato nel 2009. Rammentiamo che questi aveva dichiarato in un'intervista a Paolo Del Debbio le seguenti parole: “Se vuole le lascio il numero del mio avvocato che mi sta curando il divorzio dopo dieci anni con la signora, e non dottoressa, signora e ripeto signora”.
Ricapitolando: i documenti ufficiali pubblicati ieri da Boccia sui suoi profili social attestano che la cessazione degli effetti civili è avvenuta nell'ormai lontano 2017, mediante un accordo consensuale non appellato da nessuna delle parti e, sulla scorta del quale Maria Rosaria Boccia non percepisce un solo centesimo dall'ex marito.
Ma gli stessi documenti diffusi spontaneamente da Boccia rivelano soprattutto che nel 2011 e nel 2012, stando alle date riportate sulle carte, il suo titolo di studio era il diploma. E non quindi la laurea in economia aziendale che su LinkedIn, prima di cancellare l'account, lei scriveva di aver conseguito nel 2005 all'università di Napoli Parthenope.
Con il documento pubblicato ieri da lei stessa, l'imprenditrice campana ha finito per confermare la veridicità delle obiezioni delle varie fonti di stampa, fra cui La Verità e Il Tempo, che avevano messo in dubbio quella laurea da lei dichiarata su LinkedIn.
Ma perché scrivere pubblicamente in rete di aver conseguito la laurea nel 2005, se poi invece, documenti ufficiali del 2011 e 2012 attestano senza ombra di dubbio che, sei e sette anni più tardi, risultava chiaramente che il suo titolo di studio era un semplice diploma? Mistero.
Sempre riguardo ai titoli di studio, ricordiamo che il quotidiano La Verità aveva altresì rivelato che Maria Rosaria Boccia si era vista riconoscere sette esami sostenuti alla Parthenope quando nel 2018 si era iscritta alla Pegaso, un'università telematica, conseguendo infine la laurea. Ma l'ateneo telematico stava anche accarezzando l'idea di avviare un audit interno per verificare l'originalità della tesi dell'imprenditrice pompeiana. Era stato Paolo Del Debbio a svelare, nel suo programma 4 di Sera su Rete 4, che il titolo della tesi di laurea di Boccia alla Pegaso risulta identico al titolo della tesi di una studentessa della Luiss, laureatasi quattro anni prima.
Oltre alla laurea alla Parthenope presuntamente conseguita nel 2005, e invece di fatto inesistente nel 2011 e 2012 secondo i suddetti documenti ufficiali, segnaliamo ancora la presenza a tutt'oggi, sui profili social di Maria Rosaria Boccia, della dicitura “presidente di Fashion Week Milano Moda”. Formula sotto l'egida della quale ella si è accreditata per anni negli eventi mondani e nei convegni a Montecitorio – dal quale poi ha ricevuto un DASPO. E formula dalla quale mesi fa la Camera Nazionale della Moda aveva preso ufficialmente le distanze invitando la diretta interessata a rimuovere ogni riferimento dai suoi account social. Richiesta attualmente ancora inevasa.