mattarella non ne fa passare una – prima le manganellate di pisa, poi l’emergenza carceri…
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mattarella non ne fa passare una – prima le manganellate di pisa, poi l’emergenza carceri…

e : tensione tra il Colle e la destra

Il rapporto tra il Presidente della Repubblica e la leader di Fratelli d'Italia sembra essere caratterizzato da una certa insofferenza. Nonostante Meloni non abbia espresso posizioni ufficiali o fornito indicazioni ai suoi parlamentari riguardo al caso Salis, culminato con la telefonata di Mattarella al padre dell'attivista detenuta in Ungheria, sembra che gli ultimi interventi del Capo dello Stato abbiano creato una distanza significativa tra il Colle e la maggioranza di governo. Questo ha ampliato ulteriormente un solco che si stava lentamente aprendo negli ultimi mesi, a partire dal richiamo di Mattarella a Piantedosi per le manganellate contro gli studenti di Pisa e l'allarme sull'emergenza carceri.

In particolare, le preoccupazioni sono tornate alla ribalta con la solidarietà di Mattarella nei confronti della preside della scuola di Pioltello. Nello stesso periodo è trapelata la notizia della telefonata del Presidente a Roberto Salis, una mossa che va contro la volontà del governo di mantenere il massimo riserbo per non politicizzare il caso e non peggiorare la situazione con Orban.

Tuttavia, dietro queste tensioni si nasconde una maggioranza che sembra spiazzata e poco entusiasta delle prese di posizione di Mattarella, che vengono viste come bacchettate. Nel gruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati, ad esempio, si è notato un “cambio di passo” nell'atteggiamento del Presidente, passato da un silenzio operoso a frequenti dichiarazioni pubbliche.

Forza Italia e la Lega hanno espresso considerazioni più esplicite. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, ha affermato di avere il massimo rispetto per i richiami del Presidente, ma non crede in una sacralità del ruolo che impedirebbe i commenti. Gasparri ritiene che l'invito alla prudenza, in situazioni come quella di Salis, valga per tutti, perché Mattarella deve tenere conto dell'interpretazione che può essere data alle sue parole. Nel caso specifico della scuola di Pioltello, ad esempio, Gasparri sottolinea che alcune decisioni, come la sospensione delle lezioni durante il Ramadan, vengono prese in base a intese tra diverse confessioni religiose.

La Lega, invece, difende il suo ministro Giuseppe Valditara, mentre l'economista Claudio Borghi, uno dei deputati più vicini a Salvini, critica l'eccessivo interventismo di Mattarella. Borghi afferma che l'attivismo del Presidente è noto fin dai tempi in cui imponeva i suoi veto, come nel caso del ministro Savona, per nominarne uno meno competente come Gualtieri. Borghi ritiene che, se non c'è il Partito Democratico al governo, Mattarella presti maggiore attenzione. Tuttavia, Borghi lascia aperta la possibilità che Mattarella possa redimersi.

Le dichiarazioni piuttosto franche di Forza Italia e della Lega tradiscono un certo nervosismo e una certa insofferenza. Tuttavia, per l'opposizione, sono la dimostrazione che il Capo dello Stato sta toccando nervi scoperti. La tensione tra Mattarella e Meloni è quindi palpabile, e il futuro dello scenario politico dipenderà anche dal risultato delle elezioni europee del 9 giugno, che influenzeranno la estera, economica e di difesa del paese.

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