Mauro Corona: «Sono ancora vivo. Ma c’è stato un tempo in cui mi scolavo una bottiglia di whisky dopo dodici birre e un litro di vino. Sono scappato il giorno del matrimonio»
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Mauro Corona: «Sono ancora vivo. Ma c’è stato un tempo in cui mi scolavo una bottiglia di whisky dopo dodici birre e un litro di vino. Sono scappato il giorno del matrimonio»

Mauro Corona: «Sono ancora vivo. Ma c’è stato un tempo in cui mi scolavo una bottiglia di whisky dopo dodici birre e un litro di vino. Sono scappato il giorno del matrimonio»

Mauro Corona vive nel cuore delle Dolomiti, la terra che lo ha cresciuto. A 75 anni, scrive, scolpisce, scala. E si prepara agli esami per riavere la patente. Il primo ricordo lo riporta a una casa col fuoco sempre acceso: «Io e mio fratello, bambini, nella casa dei nonni, giù nel paese a Erto. Il fuoco acceso sempre, anche d’estate. Odore di fieno e di legno», racconta al Corriere. Erano gli anni Cinquanta, e la miseria era pane quotidiano: «Avevo nove anni quando mio nonno Felice mi diede mezzo bicchiere di vino: “Fa sangue”, mi disse».Il padre, detto Meni, beveva molto e picchiava ancora di più. «Quando era ubriaco picchiava prima noi, poi mia madre Lucia. Tre volte la mandò in coma. Un giorno lei se ne andò. La vidi salire su un furgoncino rosso. Io avevo sei anni,…

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