Meloni è già a suo agio nel ruolo di interprete europeo dell'internazionale di tecnodestra
Ursula von der Leyen, tutti i premier europei e dell'orbe terracqueo dovranno mettersi in fila per telefonare a Giorgia Meloni, l'interprete autentica delle parole di Donald Trump. Ormai si è intestata quello che lei stessa ieri, nella conferenza di inizio anno, ha definito «rapporto privilegiato, solido» con la nuova amministrazione statunitense.
A Mar-a-Lago («mi è stata riservata un'accoglienza al di là delle aspettative», ha sottolineato la presidente del Consiglio) il nuovo imperatore americano le ha appoggiato sulla spalla lo spadone, nominandola cavaliere con il compito di portare dentro il fragile castello europeo il suo cavallo di Troia. Meloni assicura che questo privilegio sarà «un valore aggiunto» per il Vecchio Continente. Aggiungendo, sibillina, che…