La nomina di Roberto Sergio a direttore generale della Rai è stata un rovescio di fortuna per Giampaolo Rossi e Giorgia Meloni, che erano stati costretti a ingoiare un'operazione dietro le quinte per dare vita a Tele-Meloni. Il neo-Ad, Roberto Sergio, non era mai stato considerato dai due come un'opzione valida per il ruolo di direttore generale, ma l'approvazione di Salvini aveva dato il via libera all'operazione.
La storia inizia con il “patto della staffetta” tra Rossi e Sergio, che aveva previsto la sostituzione di Carlo Fuortes come amministratore delegato. Tuttavia, i rapporti tra i due si sono rapidamente deteriorati, finendo per diventare assai tesi. I messaggi WhatsApp inviati dal direttore del Tg1, Gianmarco Chiocci, a Giorgia Meloni avevano gettato sospetto sulla capacità di Rossi di guidare la Rai.
L'ex direttore dell'AdnKronos, stretto amico di Roberto Sergio, aveva cercato di escludere Rossi dalla partita delle nomine, ma il barbuto manager era stato salvato dalla manona taumaturgica di Bruno Vespa, che aveva convinto Giorgia Meloni a dar seguito al suo progetto iniziale. Vespa, che è un personaggio molto influente nella Rai, aveva offerto di diventare il “nume tutelare” di Rossi.
Dopo l'estenuante tiramolla di rinvii, la Meloni non poteva più sottrarsi alla nomina del nuovo Cda Rai. Quindi, ha riunito i suoi due compari di maggioranza e alla fine, pur di vedere la nascita di Tele Meloni, è stata costretta ad accettare la volontà di Salvini: Roberto Sergio, direttore generale.
La prima e decisiva sfida per il nuovo amministratore delegato, Giampaolo Rossi, riguarda gli ascolti. Finora Tele-Meloni ha partorito molti flop, come le performance deludenti del cocco della premier, Pino Insegno, e il programma “Avanti popolo” di Nunzia De Girolamo. La situazione è ancora più critica per i Tg Rai, che dall'inizio del 2024 hanno perso oltre un milione di telespettatori.
Giampaolo Rossi spera di tornare ai bei tempi di “Raiset” e si è rivolto alla sua ex, Deborah Bergamini, e poi ha tentato un abboccamento con il braccio destro di Pier Dudi, Niccolò Querci, per tentare un accordo con Mediaset. Il problema è che Pier Silvio Berlusconi, il fratello di Pier Dudi, è troppo occupato per prestare ascolto ai vertici della Rai meloniana.
In assenza di nuove idee, Giampaolo Rossi si è rivolto al patto di non belligeranza con Mediaset, già praticato con successo nell'era Berlusconi-Saccà-Masi, a inizio anni 2000. Peccato che Pier Silvio Berlusconi non sia disponibile per riprendere l'accordo.
Il destino di Tele-Meloni è tuttora sospeso, ma uno dei primi passi da compiere è aumentare gli ascolti. Sarà necessario un patto di non belligeranza con Mediaset per tentare di salvare ascolti e cassa. Il futuro della Rai meloniana è incerto, ma ciò che è certo è che la battaglia per gli ascolti è appena iniziata.