METTE UN REGISTRATORE NELLO ZAINO DELLA FIGLIA E SCOPRE I MALTRATTAMENTI DELLE MAESTRE: “UMILIATA”
Il 12 febbraio, un padre ha nascosto un registratore nello zaino della figlia per documentare le conversazioni con le insegnanti della scuola elementare della città. La bambina, di origine torinese, era uscita dalla scuola con lividi e graffi sul corpo, raccontando di essere stata colpita da una compagna di classe senza che le maestre non avvertissero i genitori.
Il padre, sospettando che i maltrattamenti potessero essere incontrati, aveva inserito il registratore nello zaino, spacciandolo per un ciondolo da fortuna. Il 18 febbraio, il dispositivo ha registrato una conversazione tra una maestra e la bambina, in cui la maestra le parlava di reazioni incontrollabili e rimproveri davanti a tutta la classe.
Il padre, indignato per ciò che aveva sentito, ha denunciato le maestre per abuso dei mezzi di correzione e disciplina. Nel rendere la denuncia, il padre afferma che sua figlia è stata pubblicamente umiliata da tre insegnanti, accusando le maestre di non essere state completamente accurate nella loro gestione della situazione. Dopo aver parlato con la preside, il padre sostiene che la registrazione servirebbe solo a proteggere sua figlia, accusando la scuola di tentare di insabbiare l'accaduto e violando la privacy delle bambine.
Secondo il padre, la figlia era uscita dalla scuola con segni di violenza fisica e emotiva, raccontando di essere stata trattata in modo brutale dalle sue insegnanti. Laregistrazione del dialogo, in cui la maestra le parlava di reazioni incontrollabili e rimproveri, conferma le sue paure, accusando l'insegnante di avere umiliato sua figlia pubblicamente.
La vicenda è attualmente sottoposta a verifica e inchiesta, ma il padre non vuole smettere di lottare per proteggere sua figlia e denunciare le azioni che ritiene siano state compiute. La sua azione di denuncia ha generato polemica tra i genitori, gli insegnanti e i rappresentanti locali, con alcune persone che sostengono che la registrazione fosse un'ipocrisia e una violazione della privacy, mentre altri sostengono che servisse a provare la verità e a tutelare i diritti dei bambini. La vicenda non ha ancora un esito ufficiale, ma il padre continue a sostenere che sua figlia deve essere protetta da eventuali abusi e che la registrazione sia qui per proteggere la sua integrità e la sua dignità.
