Mettere fine al genocidio: intervista con Francesca Albanese

Mettere fine al genocidio: intervista con Francesca Albanese

Mettere fine al genocidio: intervista con Francesca Albanese

La situazione in Palestina e il movimento contro il genocidio a Gaza sono stati al centro dell'attenzione nel corso degli ultimi giorni. La relatrice speciale ONU per i territori occupati palestinesi, Francesca Albanese, ha ricevuto un grande sostegno in Italia, con oltre 3.000 persone che hanno partecipato a un evento a Bologna per ascoltarla.

Albanese ha sottolineato l'importanza di prendere coscienza del fatto che quello che succede in Palestina è anche colpa nostra e richiede una presa di responsabilità di tutti. Ha inoltre evidenziato il ruolo del commercio e dei rapporti economici con Israele, chiedendo l'interruzione di questi rapporti.

Il movimento contro il genocidio a Gaza ha ricevuto un grande sostegno in Europa, con manifestazioni di massa in Italia e in altri paesi. La flottiglia di imbarcazioni che si sta dirigendo verso Gaza per portare aiuti umanitari è stata al centro dell'attenzione, con il governo italiano che ha espresso preoccupazione per la sicurezza della flottiglia.

Intanto, è emerso che diverse banche italiane hanno investito in titoli di stato emessi da Israele, noti come “war bond”, che sono stati utilizzati per finanziare l'aggressione contro Gaza e la Cisgiordania. La banca Biper ha annunciato di non avere più questi titoli nel proprio portafoglio, dopo essere stata criticata per il suo investimento.

La situazione in Palestina è stata anche al centro dell'attenzione a livello internazionale, con il presidente degli Stati Uniti, Trump, che ha annunciato di stare lavorando per trovare una soluzione per porre fine alla guerra a Gaza. Netaniao, il primo ministro israeliano, ha espresso la sua disponibilità a lavorare con Trump, ma ha anche ribadito la sua opposizione a qualsiasi proposta che preveda la creazione di uno stato palestinese.

In altri sviluppi, le elezioni in Moldavia hanno visto una sfida serratissima tra il partito filo-europeo della presidente Maia Sandu e il blocco elettorale filo-russo. La Russia ha accusato le autorità moldave di aver organizzato elezioni poco democratiche e di aver limitato la libertà di stampa.

Infine, a New York si è aperta la campagna elettorale per la carica di sindaco, con il candidato socialista Zoran Mamdani che si presenta come un outsider rispetto alla tradizionale dei democratici. La sua candidatura ha sollevato grande interesse e potrebbe avere un impatto significativo sulla scena americana.


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