“Mi sono sentita umiliata”: parla la massaggiatrice del cartello “No sesso, smettetela di chiedere”
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“Mi sono sentita umiliata”: parla la massaggiatrice del cartello “No sesso, smettetela di chiedere”

“Mi sono sentita umiliata”: parla la massaggiatrice del cartello “No sesso, smettetela di chiedere”

Incredula, umiliata, arrabbiata, impaurita. Questi sono stati i sentimenti di Tang Mo, massaggiatrice thailandese, affrontata dalle continue richieste sessuali dei suoi clienti. Dopo dieci anni di esperienza in Italia, il matrimonio con Marco e la maternità di una bambina, Tang Mo aveva deciso di aprire il suo centro di massaggio thailandese a Alba, nel cuore delle Langhe, per promuovere l'antica arte del massaggio e i prodotti di artigianato della sua terra.

Tuttavia, i primi tre mesi furono turbolenti. La clientela maschile chiedeva frequentemente prestazioni sessuali durante i massaggi, costringendo Tang Mo a sentire umiliata e querela. La sua associazione con la Thailandia e il sesso era vista come un preconcetto comune tra gli italiani. La situazione si presentava preoccupante: la massaggiatrice thailandese sentiva di essere messa in una luce inferiore rispetto ad altri stranieri.

Di fronte a questo stress emotivo, Tang Mo decise di reagire in maniera altrettanto esplicita. Appese un cartello sulla porta del centro di massaggio con la scritta “No sesso. Per favore smettetela di chiedere, grazie”. Questo gesto simbolico era un deterrente per coloro che intendevano associare il massaggio thailandese a prestazioni sessuali.

La mossa di Tang Mo ebbe un successo immediato. La clientela maschile che chiedeva questi servizi smise a manifestarli, permettendo alla massaggiatrice di lavorare in serenità. La clientela femminile, tuttavia, rimase stabile e stessa, anche tra le colleghe italiane che lavoravano allo stesso settore.

“Non riesco a sopportare questo senso di umiliazione”, affermò Tang Mo. “Non ho idea di come gestire la situazione. Una volta ero arrivata al punto di infiammazione, mio marito mi ha aiutato a trovare una soluzione. Ho deciso di attaccare un cartello al centro del negozio. Non volevo più subire situazioni simili”.

Il cartello ha funzionato. La clientela ha smesso di chiedere questi servizi indecenti, e Tang Mo ha potuto lavorare in tutta serenità. “Non mi sento più umiliata”, affermò. “Il cartello è stato lasciato al centro del negozio, e ci resta anche per molto tempo. Ho ripristinato la mia dignità”.


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