Mia moglie e phica.eu: lo specchio di una società malata
La storia di Valeria Campagna, coinvolta nel caso phica.net e Mia Moglia, solleva questioni importanti sulla prevenzione e il contrasto dell’odio online, del revenge porn e della diffusione non consensuale di materiale intimo. È fondamentale capire le conseguenze che questi atti hanno sulle vittime e perché gli autori di violenza digitale continuano a trovare consenso. Tutto questo viene approfondito nella quarta puntata di RETE NERA, ‘Mia moglie e Phica.eu: lo specchio di una società malata’.
Valeria Campagna sottolinea che quando le donne denunciano la violenza, l’attenzione non si concentra sul soggetto che ha commesso il reato, ma sulla donna stessa. Ad esempio, nel caso di violenza sessuale, si chiede perché la donna camminava da sola al buio o perché era vestita in un certo modo. Anche nel suo caso, ha ricevuto commenti che le attribuivano la colpa per aver pubblicato foto personali.
È necessario cambiare questo approccio e spostare la vergogna sugli autori della violenza. Non sono le donne a doversi vergognare o a interrogarsi sull’uso dei social network, ma sono gli uomini e i ragazzi che devono imparare a utilizzare i social network in modo responsabile e a capire che il corpo delle donne non è un oggetto che può essere posseduto. C’è ancora molto lavoro da fare per cambiare questa mentalità.

