Micheal Hardt: “Gli Usa di Trump sono il dominio senza egemonia”
Michael Hardt, uno dei più importanti filosofi statunitensi al mondo, ha condiviso le sue riflessioni sugli Stati Uniti di Donald Trump e sulla logica di guerra che sta imponendo sullo scenario mondiale. Secondo Hardt, il mondo sta assistendo a una “guerra globale permanente” in cui la diplomazia e la pace sono pratiche desuete e la logica della guerra e della sopraffazione hanno preso il loro posto.
Hardt ha analizzato gli scenari dei conflitti in corso, come il genocidio in Palestina e la guerra tra Russia e Ucraina, e ha affermato che ciò che sta accadendo è il risultato di un “dominio senza egemonia”, in cui la forza militare e la minaccia sono gli strumenti principali utilizzati dalle potenze mondiali.
Sulla situazione negli Stati Uniti, Hardt ha affermato che il paese sta vivendo un “regime di guerra” all'interno e all'esterno, caratterizzato da una maggiore violenza politica, un restringimento della democrazia e una riduzione dei diritti. Ha sottolineato che la diplomazia americana è diventata secondaria rispetto alla forza militare e alla minaccia.
Hardt ha anche commentato sulla situazione in Palestina, affermando che il futuro della Striscia di Gaza sembra essere stato deciso dal presidente degli Stati Uniti e che c'è un interesse capitalistico dietro la speculazione sulla regione.
Sulla guerra tra Russia e Ucraina, Hardt ha affermato che la logica di guerra e l'espansione territoriale sono diventate nuovamente normali nella politica estera, e che questo nega non solo il diritto internazionale, ma anche l'idea di diplomazia.
Infine, Hardt ha discusso sul movimento Maga e sul suo impatto sulla politica globale, affermando che è un modello culturale e politico delle destre nel mondo e che fa parte di un nuovo regime di guerra. Ha sottolineato che la guerra civile negli Stati Uniti è entrata nell'immaginario a partire dal movimento Maga e che gli americani non sono nelle piazze ogni settimana perché non vogliono entrare in questo discorso di guerra civile e di uso della forza.
In sintesi, Hardt ha descritto un mondo in cui la guerra e la sopraffazione hanno preso il posto della diplomazia e della pace, e in cui le potenze mondiali utilizzano la forza militare e la minaccia per raggiungere i loro obiettivi. Ha sottolineato la necessità di inventare un nuovo modo di fare politica che sia in grado di contrastare questo regime di guerra e di promuovere una vera democrazia e una pace duratura.
