Migliaia in corteo a Roma per la Palestina: “Netanyahu va arrestato”
A Roma, migliaia di persone hanno manifestato in corteo per chiedere giustizia per la Palestina. La manifestazione si è svolta con slogan come “Netanyahu deve essere arrestato” e “Siamo scesi tutti insieme per dire basta al genocidio”. I partecipanti hanno manifestato contro le azioni del governo israeliano, accusandolo di genocidio e di crimini di guerra.
Tra gli slogan urlati dai manifestanti, ce ne sono stati alcuni particolarmente forti, come “Netanyahu deve essere messo dietro le sbarre” e “I ministri italiani dicono che Netanyahu sia il benvenuto in Italia nonostante il mandato d'arresto, ma come può essere possibile che un esponente del Governo italiano vada contro la decisione della corte penale internazionale?”. I partecipanti hanno denunciato la violenza e l'oppressione contro il popolo palestinese, condannando l'utilizzo di mezzi militari contro le città e i villaggi palestinesi.
La manifestazione ha visto anche la presenza di simboli della resistenza palestinese, come l'anguria, che è diventata un simbolo dell'esistenza della Palestina. Il simbolo è nato iniziando a fare vedere la Palestina come esistente, anziché invisibilizzare i simboli palestinesi come vorrebbe il regime sionista.
I partecipanti hanno anche reagito alle parole di Salvini, che ha detto che Netanyahu, nonostante il mandato d'arresto, sarebbe il benvenuto in Italia. Hanno espresso sorpresa e stupore per tale affermazione, chiedendosi come sia possibile che un esponente del Governo italiano vada contro la decisione della corte penale internazionale.
Durante la manifestazione, sono stati evocati anche i fatti dell'anno scorso, quando alla Sapienza si è parlato di violenza contro le scritte sui muri, ma non è stato condannato il violento attacco contro la targa fuori dalla facoltà di fisica contro l'uccisione della preside della facoltà di fisica di Gaza. Ciò ha gettato una luce sulla scarsa pratica democratica reale nel nostro Paese.
Infine, i partecipanti hanno ricordato che la storia sarà a giudicare le parole delle autorità istituzionali, e hanno affermato che sono molti i genocidi di cui non si ha contezza e la storia non parla. Hanno richiamato lo storico del colonialismo Cesare, per cui la nostra storia politica è costituita dalla memoria della seconda guerra mondiale, ma la storia ha bisogno di comprendere che l'Europa e l'occidente sono costruiti sui genocidi.
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