Migranti in fila al freddo fuori alla Questura di Roma di via Teofilo Patini per chiedere i document
“La verità è che qui, più che altro, non c'è protezione. Se non ci siamo dentro, siamo nella strada, alla deriva, senza protezione. E nonostante il freddo, è stato bello quel momento dentro, ma non ci lascia entrare. Siamo fuori anche con il traffico e le code che costano 60-50 euro. Io ho un figlio e non sto lavorando attualmente, ma lavoravo prima e ora è un po' più difficile per me, specialmente perché sono peruviano e qui ci si discriminano di più. In Perù, adesso, c'è estorsione e minacce, proprio come in Venezuela. Io avevo una minaccia in Perù, quindi sono venuto qui per avere protezione. Sono arrivato in estate, in luglio, e anche qui succede lo stesso, il freddo è molto forte. Non puoi entrare se non sei tra le prime 30-40 persone e devi essere come gli altri. In inverno, il freddo è ancora più forte e non c'è sicurezza. Ieri è stato un incidente, una morte, due persone sono state uccise, un uomo e una donna, entrambe peruviane, che avevano sofferto di epilessia e avevano avuto un attacco dopo il trauma. Ecco, qui non c'è nulla, non c'è emergenza, non c'è soluzione. Ci siamo stati qui per anni, in questa città, senza una via d'uscita. Se si verifica una situazione come questa, non c'è modo di lavorare, di parlare il linguaggio, e se possibile, portare il mio figlio in vacanza per fargli avere un'esperienza bella, domani, ancora anni”.
