Il presidente argentino Javier Milei, intervenendo al World Economic Forum di Davos, si è espresso in merito alle polemiche risorgenti attorno al presunto saluto romano fatto dal CEO di Tesla, Elon Musk, durante un discorso alla Capitol One Arena di Washington in occasione dell'insediamento di Donald Trump. Tuttavia, il leader argentino non si è limitato a commentare la singola vicenda, ma ha desunto un quadro più ampio sul cambiamento della globalizzazione e l'idea di libertà.
Milei ha affermato di non sentirsi solo nel sostegno alle idee di libertà, poiché ha trovato alleati in ogni angolo del mondo. Tra questi, ha elencato alcuni esempi significativi come Elon Musk, Giorgia Meloni, Bukele in El Salvador, Orban in Ungheria, Benjamin Netanyahu in Israele e infine Donald Trump negli Stati Uniti.
In particolare, il presidente argentino ha difeso Musk, descritto come “un uomo incredibile” che “è stato ingiustamente vilipeso dall'ideologia woke” per un gesto innocente che semplicemente rifletteva l'entusiasmo e la gratitudine verso le persone. Milei ha ritenuto che le critiche mosse contro Musk siano immerse in un'atmosfera di “emotività” e “negazione della libertà di espressione”. Inoltre, ha suggerito che l'atmosfera di “cancello” che regna attualmente nel mondo non sia fertile per le idee di libertà e progresso.
Il discorso di Milei è stato più ampio e ha coinvolto la globalizzazione e le sue implicazioni. Egli ha espresso preoccupazione per ciò che definisce la ” Recent spread of totalitarianism” (recente diffusione del totalitarismo) e ha affermato che l'idea di libertà sia in pericolo in molte parti del mondo. Tuttavia, ha anche espresso ottimismo per l'avvenire, sostenendo che la libertà non sia mai stata più forte, anzi, che “in questo momento, più che mai, la libertà è necessaria”.
In sintesi, il presidente Milei ha volutotrouto che, nonostante le difficoltà e le critiche, l'idea di libertà non sia destinata a scomparire, ma continua a essere un'opportunità per il progresso e il cambiamento.