MILLERI E CALTAGIRONE NON STANNO A CUCCIA (PIAZZETTA) – DELFIN E L’EDITORE DEL “MESSAGGERO” NON HANNO PARTECIPATO ALL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA – A UN ANNO DALLA BATTAGLIA (VINTA DA NAGEL) PER IL CDA, I DUE GRANDI AZIONISTI CONTINUANO A MARCARE DISTANZA DALLA GOVERNANCE DELL’ISTITUTO (“CALTA” È SCESO DAL 9,98 AL 7,76%).
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”
Ieri si è tenuta l’assemblea di Mediobanca, organismo che gestisce il fondo pensioni italiano, dove sono stati approvati i conti 2023-2024 e approvati i compensi dei manager. Tuttavia, due degli azionisti di maggioranza, Delfin, finanziaria della famiglia Del Vecchio guidata da Francesco Milleri, e Francesco Gaetano Caltagirone, non hanno preso parte alla riunione.
Come noto, si tratta dei principali azionisti dell’istituto, con il 19,74% di partecipazione di Delfin e il 7,76% di Caltagirone. La loro assenza non è stata casuale, ma è il segnale che, a un anno dalla battaglia vinta da Alberto Nagel per il controllo del CDA, i due grandi azionisti non sono più interessati alla governance dell’istituto.
L’assemblea si è tenuta senza la presenza fisica degli azionisti, ma tramite delegazioni. La partecipazione degli azionisti era del 48,753%, un valore record basso per l’istituto. Senza gli azionisti di riferimento, la partecipazione del resto del mercato è aumentata rispetto alanno precedente.
La nubecchia di inquietudine si concentra ora sulla Generali, dove si voterà il rinnovo dei vertici in primavera. Philippe Donnet è pronto per il quarto mandato, ma la decisone dell’azienda sulle liste non è ancora stata presa. Il focus si sposta quindi su Generali, dove i protagonisti sono gli stessi: Milleri, Caltagirone e Nagel, sempre separati dall’assemblea di Mediobanca.
I conti presentati da Nagel mostrano risultati floridi, con un utili di 1,273 miliardi di euro e una remunerazione generosa. Tuttavia, il focus si sposta su Generali, dove l’importante discussione sarà sul rinnovo dei vertici e sull’opportunità di presentazione di una lista del consiglio. Siamo a un anno dall’ultima battaglia, ma i protagonisti non sembrano disposti a tornare a giocare in scena.