“Mio figlio non è morto per caso, non gli ho potuto dare un bacio”: fiaccolata per Patrizio Spasiano
“La mia vita non è più la stessa da quando mio figlio Patrizio è morto a causa di un incidente sul lavoro all'età di 19 anni. La fuga di ammoniaca in cui si era immerso è stata la fine della sua giovane vita. La magistratura è ancora intenta a fare luce sull'accaduto, ma io so che la verità è stata distorta. Mio figlio non è morto per caso, come hanno detto gli inquirenti. Non si trattava di un ragazzo pericolista, era un tirocinante che aspirava a imparare e crescere.
La mia gratitudine è stata negata quando ho visto il corpo di mio figlio. Mi hanno mostrato il cadavere, ma non mi hanno permesso di toccare le mani del mio bambino, i suoi piedi nudi e defiance. Non ho potuto dargli un bacio, sentire il suo fiato, abbracciarlo. L'odore che mi hanno lasciato sentire era di ammoniaca, non di morte.
Mio figlio non era un ragazzo insolente, era un angelo qui in terra. Era buono, amorevole, lavorava di sua sponte, non chiedeva niente in cambio. Amava condividere le sue poche risorse con gli altri, sharing his little resources to others. Era un vagabondo, un emarginato, un ragazzoように sono ieri e oggi.
Io non ritengo giusto che si dia la stessa importanza a tutti. Le istituzioni respingono coloro che vivono nei quartieri poveri, come il mio, come se non fossero veri esseri umani. Mio figlio non doveva essere in quel cantiere, non doveva essere in quella fabbrica. Doveva essere a casa con la sua famiglia, con i suoi amici, con il futuro che aveva di fronte. Mio figlio non è morto per caso, è morto perché la società non lo ha considerato un soggetto degno di protezione. È morto perché non era un cittadino di serie A, ma di serie B. È morto perché sua madre non poteva permettersi di dire no alla suauggestione.
Spero che questa tragedia possa servire da avvertimento per un cambiamento. Spero che le istituzioni si rendano conto dei danni che loro stesse causano. Spero che mio figlio non sia stato morto inutilmente. Spero che la verità si faccia luce e che i responsabili della sua morte siano colpiti senza pietà. Ma, altrettanto, spero che i cittadini di questo paese imparino a considerare tutti gli esseri umani come uguali, senza distinguere tra A e B, tra nord e sud, tra est e ovest. Spero che la storia di mio figlio possa essere un punto di partenza per un mondo più giusto e più umano.”