Il regista Tommaso Romanelli si siede accanto al conduttore Gianluca Gazzoli per parlare del suo film “No more trouble – Cosa rimane di una tempesta”, una storia dedicata al racconto della scomparsa del padre Andrea Romanelli, scomparso nel 1998 in seguito ad un incidente avvenuto in mare durante la traversata dell'Oceano Atlantico in barca a vela.
Romanelli racconta della tempesta che ha guardato, assieme ai membri dell'equipaggio, quando il padre era ancora vivo. “Visionando le immagini, ho capito che uno dei punti gialli era lui, guardava in macchina e lì c'è stato un momento sconvolgente, come se stesse guardando me”. Il regista spiega che lo scopo del film è stato anche quello di capire cosa sia successo in realtà, poiché non si saprà mai con esattezza. Tuttavia, il film si è spostato più verso l'esigenza di capire cosa lo spingesse a essere là, in quel momento, e come egli fosse stato innamorato del lato scientifico del suo lavoro.
“È la storia di mio padre, che quando avevo 4 anni è scomparso nell'Oceano Atlantico, Papa era un ingegnere aeronautico, progettista di barche a vela. Stavano cercando di battere il record in Atlantico su Fila, la barca che aveva progettato alcuni mesi prima. Probabilmente c'è stata un'onda anomala, non si sa cosa sia successo. Questo è uno dei motivi per cui ho voluto fare questo film”.
All'interno del film, sono presenti sia materiali video relativi alle esperienze del padre sia le interviste ai suoi quattro compagni di traversata, Giovanni Soldini, Bruno Laurent, Andrea Tarlarini e Guido Broggi. “Su quella barca erano in 5: mio padre è stato l'unico disperso e non è mai stato ritrovato. Su quella stessa barca Giovanni Soldini ha poi vinto il giro del mondo, dedicandolo a mio padre. È una storia che sapevo ma non conoscevo fino in fondo. A un certo punto ho ritrovato questi materiali d'archivio, cassette con l'ultima traversata fino a poche ore prima che la barca si ribaltasse. Quindi ho iniziato a scavare e trovare nuovo materiale. E ho deciso di farci un film”.
Il film racconta anche la storia del fratello minore del regista, Marco, che ha comperato la barca che il padre aveva progettato e che poi è stata pilotata da Giovanni Soldini, il quale ha vinto il giro del mondo. Il regista conclude dicendo: “Il film non è solo la storia del mio padre, ma anche della mia famiglia e della mia identità”.
“Il film è stato accolto con favore dalla critica, presentato alla Festa del Cinema di Roma e ha ricevuto il Premio Panorama Italia. Sono felice cheTalking about his father's disappearance, Romanelli says, ‘I started to search for more material, and I found this old VHS tapes with the last crossing, just a few hours before the boat capsized. I started to dig for more information, and I decide to make a film.”