L'articolo presenta un'intervista a Mirko De Carli, candidato alle elezioni regionali in Emilia Romagna per il Popolo della Famiglia, ma iscritto al partito di Adinolfi. Durante l'intervista, De Carli esprime opinioni estremamente conservative e omofobe, criticando apertamente le coppie omosessuali, i transgender e i travestiti.
De Carli inizia accusando le donne che si sottopongono all'aborto di commettere un omicidio e di dover essere punito con la galera. Poi propone di eliminare l'aborto libero in Emilia Romagna, affermando che la società ha bisogno di più bambini e non di aborti.
In seguito, De Carli attacca le coppie omosessuali, definendole “contro natura” e affermando che non sono una coppia o una famiglia, ma solo due persone che si inculano. Non solo, ma anche le coppie omosessuali non dovrebbero chiedere diritti che non meritano.
Quanto ai transgender, De Carli li definisce “persone disturbate” che non hanno bisogno di diritti, ma di cure. Aggiunge che i travestiti sono ancora più disturbati, poiché cercano di far riconoscere lo stato il loro travestimento come un valore identitario.
De Carli conclude affermando che molti di questi individui (travestiti e transgender) usano sostanze stupefacenti, pippano e si prostituiscono. La droga, secondo De Carli, è “merda” e bisogna chiudere i negozi che la vendono.
Infine, De Carli conclude l'intervista con un elogio a Mussolini, affermando che se fosse sindaco a Predappio intitolerebbe una statua al Duce, che è il personaggio italiano più conosciuto al mondo.
In sintesi, l'intervista di De Carli è caratterizzata da una retorica omofoba, transgenderfobica e antisegreta, che mira a denigrare e marginalizzare gli individui che non si conformano ai canoni di genere tradizionali. La sua retorica è caratterizzata da una forte dose di discriminazione e odio, che rischia di creare un clima di paura e di esclusione nella società.