Mistero al Ministero! Quali documenti devono far sparire nel Dicastero che fu di Sangiuliano?
Il Collegio Romano, sempre pronto a svelare i segreti del Ministero della Cultura, ha messo a fuoco l'attenzione su una nuova sorpresa: l'imballaggio di un nuovissimo “cross cut”, un distruggi-documenti, un tritacarte, apparso negli stessi cassonetti dell'immondizia vicino al Collegio Romano. La questione si pone: chi l'ha acquistato e per cosa?
La vicenda è iniziata quando erano state notate scarpe da donna con tacchi gettate nell'immondizia esterna al Ministero della Cultura. Le indagini hanno rivelato che si trattava di una pratica corrente, ovvero buttare i documenti appallottolati nel cestino, cosa che rende poi facilissimo il recupero di carte preziose. Ma la scoperta dell'imballaggio di un tritacarte, un oggetto che facilita il lavoro di rimuovere e distruggere ogni genere di documentazione, ha creato un nuovo mistero.
Il “cross cut” è un utensile specifico per la distruzione di documenti, che rende difficile, se non impossibile, il recupero delle informazioni contenute. La sua apparizione nel cassonetto dell'immondizia ha sollevato più di una domanda: chi l'ha acquistato e per cosa? E quali documenti si stanno cercando di distruggere?
Il fatto che l'imballaggio del tritacarte sia apparso dopo l'uscita di Gennaro Sangiuliano, il precedente ministro della Cultura, e l'arrivo di Alessandro Giuli, il nuovo ministro, ha aumentato la curiosità. Il Collegio Romano ha documentato con foto le scarpe da donna con tacchi gettate nell'immondizia, ma la questione del tritacarte è più grave e coinvolge la segretezza dei documenti ministeriali.
La cronaca dei fatti non lascia dubbi sulla routine del Ministero della Cultura: buttare i documenti appallottolati nel cestino, una pratica che è stata denunciata più volte. La scoperta dell'imballaggio del tritacarte è un segnale che qualcosa di più importante è in gioco.
La domanda è: quali documenti devono essere distrutti? E chi ha deciso di acquistare il tritacarte? La verità si cela nel Ministero della Cultura, e solo il tempo dirà cosa nasconde questo enigma.