Morgan: “Mio padre si è tolto la vita a 46 anni, in famiglia ero l'unico che sapeva”
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Morgan: “Mio padre si è tolto la vita a 46 anni, in famiglia ero l'unico che sapeva”

racconta la sua storia senza filtri con Luca Casadei nella nuova puntata del podcast One More Time, disponibile a partire dal 7 marzo su e sulle principali piattaforme audio. Il cantautore rivela momenti cruciali della sua vita, dalle durissime esperienze infantili alla perdita del padre, che si tolse la vita all'età di 46 anni, quando aveva solo 15 anni.

Il padre, che lavorava in una società sulla soglia del fallimento, fumava 200 sigarette al giorno e aspettava telefonate che non arrivavano, giunti a chiedere prestiti “ai strozzini” che lo perseguitavano. Morgan racconta che sua madre non sapeva niente di questi problemi e che lui, all'epoca, era l'unico a conoscere i rischi che il padre correva. La sera in cui il padre si tolse la vita, Morgan era addormentato, senza capire che sarebbe stata l'ultima notte in cui lo avrebbe visto.

Il racconto si allarga alla questione del suicidio e Morgan manifesta la sua riflessione su come si potrebbero prevenire queste tragedie: “È giusto entrare a capire qual sono le ragioni che portano alla morte, perché la morte non va bene, sia omicidio che suicidio. Sono molto contento del fatto che la società stia cercando di affrontare il problema del femminicidio, finalmente si è arrivati a creare una coscienza. Ci sono anche altri temi importanti da approfondire, soprattutto nel campo proprio di quella zona tragica che è la vita quando non funziona e si arriva alla morte”.

Il cantautore si sofferma anche sull'amore vissuto con l'ex compagna , da cui ha avuto una figlia: “Mi sono innamorato di Asia perché con lei potevo condividere molte cose artistiche. Era amicizia, complicità, collaborazione artistica. Era casa proprio, mi sentivo anche capito, mi sentivo di intrattenere la, guardandomi negli suoi occhi io mi vedevo bello e per me è stato forzato il fatto di uscire da quella dimensione perché non sono stato io a volerne uscire”.

Morgan commenta anche la sua situazione psicologica e lavorativa dopo l'accusa di stalking da parte di Angelica Schiatti: “Sono felice di vivere anche quando sono disperato. Adesso sto male, sono disperato, sono trattato male. Sono infelice perché veramente faccio fatica nelle cose materiali, nelle cose di tutti i giorni. Avere disponibilità finanziarie, la lealtà, il rispetto da parte di chi scrive di me sui giornali. Mi hanno annullato tutti i lavori. La gente si dovrebbe sparare nella mia situazione. Eppure, io sono felice di vivere, perché ho un po' una riserva. Ho collezionato, come l'orso che diventa grasso per affrontare il letargo. Il grasso per me è la . Mi hanno annullato i concerti, non mi hanno più telefonato. È dura perché poi io ho una famiglia da mantenere, ho le figlie. Come ho fatto? Ho suonato”.

Morgan racconta, inoltre, di avere intrapreso un nuovo progetto, una scuola di e della canzone: “Ho aperto un'università della canzone perché la canzone è l'oggetto artistico più importante che c'è in questo momento. Non le insegnano all'università e al Conservatorio, perché se n'è appropriato il mercato. Invece la canzone va ‘accademicizzata', perché bisogna pretendere che sia di qualità. In un mese con 4 lezioni – perché sono 4 le materie che servono per fare le canzoni: armonia, testo, produzione, arrangiamento – tutti quelli che si iscrivono per frequentare, torneranno a casa avendo una loro canzone”.

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