'ndrangheta Inter-Milan, il procuratore antimafia: “Rischi di condizionamenti mafiosi per società”
L'indagine dell'anticrimine è riuscita a far emergere la sconveniente realtà di come la più famosa società italiana del calcio, il Inter-Milan, è stato esposto ai condizionamenti di natura mafiosa. Il procuratore antimafia ha dichiarato che la società si è posta in vista dei rischi di “derivazione criminale” e di “influenza criminale e mafiosa” nel mondo del calcio. Le società calcistiche, considerando le loro attività come impresa, diventano inevitabilmente il bersaglio di organizzazioni criminali che cercano di sfruttare quest'ultime per ricavarne profitto e influenza.
Secondo le intercettazioni, alcuni dei vertici delle curve degli Inter e del Milan hanno stretto un patto di non belligeranza che aveva evidentemente come scopo finale di massimizzare il lucro illecito. Ciò è ben esemplificato dall'intento di alcuni gruppi di tifosi di andare in curva per cantare o di prendere parte alle attività della squadra solo a condizione di ricavarne un qualche rientro economico. In sintesi, i lavoratori del calcio e gli appassionati della squadra più della vita non sembra più importante che il perseguimento del profitto.
Tale atteggiamento è sintomatico di una cultura omertosa e criminale che si è fatta strada nel calcio italiano. Il procuratore antimafia ha così rilevato come la maggior parte delle attività compiute da tali organizzazioni riservate era finalizzata esclusivamente alla realizzazione del massimo profitto. È ora chiaro che lo slogan “per il popolo” è solo una bugia e che nel calcio italiano la sola priorità è il conseguimento del profitto attraverso la criminalità e il crimine. È necessario smetterla di far finta di niente e considerare le reali possibilità di condizionamento mafioso dell'attività calcistica in Italia.
