Nicoletta Romanoff: «Quando mio fratello si tolse la vita, qualcosa in me si spezzò per sempre. Per fare sopravvivere i miei genitori, ho dovuto sviluppare una parte di lui in me»
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Nicoletta Romanoff: «Quando mio fratello si tolse la vita, qualcosa in me si spezzò per sempre. Per fare sopravvivere i miei genitori, ho dovuto sviluppare una parte di lui in me»

Nicoletta Romanoff: «Quando mio fratello si tolse la vita, qualcosa in me si spezzò per sempre. Per fare sopravvivere i miei genitori, ho dovuto sviluppare una parte di lui in me»

È come un fermo immagine nella memoria di Nicoletta Romanoff: era il 26 maggio 1997, e lei aveva compiuto diciott'anni da appena dodici giorni. Era una ragazza circondata da una «famiglia perfettamente intatta», con «due genitori giovani e bellissimi» e «tutti e quattro i nonni». Una felicità piena, che andò in frantumi all'improvviso quella mattina, quando suo fratello Enzo Manfredi, 21 anni, si tolse la vita.«E qualcosa in me si è spezzato per sempre», dice oggi per la prima volta, in un'intervista al Corriere. Ne ha parlato anche nel suo libro Come il tralcio alla vite. La sfida di rimanere in cammino con Dio, edito da Rizzoli. Il dolore fu devastante: «Per molto tempo mi sono sentita mutilata e divisa in due. Enzo Manfredi si è portato via una parte di me e io…

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