NON COLPEVOLE, GIUSTIZIA A ROVESCIO – CRACK FINANZIARIO

NON COLPEVOLE, GIUSTIZIA A ROVESCIO – CRACK FINANZIARIO

NON COLPEVOLE, GIUSTIZIA A ROVESCIO – CRACK FINANZIARIO

Il testo riportato descrive tre diversi casi di persone che sostengono di essere state vittime di malagiustizia, in particolare nel settore finanziario e bancario.

Il primo caso è quello di Paolo Bolici, un imprenditore che aveva un’azienda con 600 dipendenti e che aveva investito in diversi progetti, tra cui un complesso turistico alberghiero con casinò in Montenegro e un resort in Oman. Nonostante l’azienda fosse florida e non avesse problemi finanziari, la banca Unicredito bloccò i conti correnti dell’azienda dopo un cambio ai vertici della banca, costringendo Bolici a dichiarare fallimento. Le denunce presentate da Bolici sono state rigettate e l’azienda è stata dichiarata fallita, nonostante l’evidenza dei reati commessi dalla banca.

Il secondo caso è quello di Fabrizio Pizzetti, proprietario dell’industria della poltrona Pizzetti, un’azienda con 500 dipendenti che si trovava nel cuore di Roma. L’azienda è stata colpita da due alluvioni, nel 1984 e nel 1986, e nonostante le promesse dello Stato di aiuto, la banca Nazionale del Lavoro non ha concesso il prestito necessario per la ricostruzione. L’azienda è stata messa in difficoltà e ha dovuto affrontare procedure esecutive immobiliari, che hanno portato alla vendita di un immobile di 54.000 metri quadrati per la somma di 2 milioni di euro, circa un decimo del valore reale.

Il terzo caso è quello di Antonio Fierro, un ex direttore generale delle partecipazioni statali che, dopo essersi ritirato, ha aperto uno studio di commercialista e ha investito in un’agenzia immobiliare. Fierro si è rivolto alla banca per ottenere un prestito, ma la banca gli ha negato il prestito e ha bloccato i suoi conti correnti, costringendolo a pagare una somma di denaro che non doveva. Fierro sostiene di aver subito danni immensi e di essere stato vittima di stalking da parte della banca.

In tutti e tre i casi, le vittime sostengono di essere state trattate ingiustamente e di aver subito danni finanziari e personali a causa della malagiustizia. I casi sono stati presentati alla Procura della Repubblica, ma le denunce sono state rigettate e le vittime non hanno ottenuto giustizia. Il testo conclude che ci sono molti altri casi di malagiustizia che devono essere scoperti e raccontati, e che le vittime devono essere ascoltate e aiutate a ottenere giustizia.


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