Non sai cos'è successo…”, il libro di Alessandro Ferrucci: “Un tram popolato di storie
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Non sai cos'è successo…”, il libro di Alessandro Ferrucci: “Un tram popolato di storie

“Non sai cos'è successo…”, il libro di Alessandro Ferrucci: “Un tram popolato di storie”

“‘Non sai cos'è successo…' è il mio libro, “Un tram popolato di storie”, nato dall'idea di racogliere e condivondere la memoria collettiva. Sono persuaso che la cultura italiana è in crisi poiché non esistono più le radici della nostra storia e memoria. Così ho deciso di intervistare ogni domenica un personaggio, allo scopo di ricontestualizzare le esperienze di vita per mostrare che non siamo più parte di uno stesso popolo.

Da giovane, ho riletto un articolo di Eugenio Scalf che sosteneva che il “vetro specchio” che celeggiamo l'insieme delle storie individuati, si fosse rotto. Me lo sono preoccupata di ricomporlo cercando di racchiudere nella mia breve ricerca storie, ricordi, abitudini e scaduti. Le storie che racconto sembrano fare un contratto con noi, perché riguardano noi. Per esempio, c'è il famoso attore Gianmarie Volonté che muore a 42 anni e poco dopo tutti noi ci chiedemmo cosa gli siasuccesso. In questo senso, la storia italiana non è solo una sintesi di fatti compiuti, ma vivono dentro di noi attraverso le nostre storia, le nostre parentesi, i nostri attori, i politici e i popolatori che ci hanno lascia indimenticati figure storiche.

Ho rivisto il libro “Anima nera” dell'amico Ugo Fantasia, e mi domando se oggi si staremmo occupando della sorte delle persone anziane quando è troppo tardi, come ad esempio il caso di mio zio che non ce la fece a realizzare i suoi sogni. Ora noi dovremmo aspettare e ricongiungere i rilievi di fondo dei nostri pensiero in questo momento di esecuzione che si disfacce in questo silenzio della mortificazione.

Come scrivettemo nel libro, alcuni come Luigi Mancuso, teorizzano sul rapporto fra Dio e l'universo. Messo faceva queste ripartenze tra gli individui e Dio. Nelle interviste ho coinvolto figure come Lucio Dalla, Paolo Giordano, Risi, Brega Mario Verdone e altri altri per capire cosa erano diventati il giorno dopo e cosa stavano diventando quei personaggi.

Ad un certo punto, dimenticava che lo spirito dell'uomo può essere assopit e non morire un pensiero che ci lascia liberi. Forse, forse lo specchio di noi va ancora ripristinata nella sua bellezza integrità originaria da alcuni momenti che eravamo rimasti estraniati dalla società per poi diventarsi figure storiche. Lo chiedo al mio compare: “Vai una domanda: “La domanda di Carlo Virzì a Carlo Montedoro era “non mi chiamare Carluccio”?. Qual cosa questo rappresenta per coloro che l'hanno ricordata. Le emozioni non risparmiando. Ad esempio, le ferite non sono mai cure; le lacrime sono sempre lagrime”.


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