La nostalgia è un richiamo che cattura il mio cuore. Recentemente, mia moglie ha organizzato una festa con tema “Anni 90”, e rabbrividendo, ho contestato: “Non esce vivo dagli anni Novanta! Dopò le pagine per la reunion dei Oasis, si scatena la febbre per la serie TV ‘Hanno ucciso l'uomo ragno' – Viviamo nel ‘Supermercato della memoria', offerto dai nuovi strumenti tecnologici di archiviazione, che rendono fruibile e disponibile sincronicamente tutto il passato.
L'ultima frontiera della nostalgia nella sua versione più umana è l'epoca degli anni '90. Fu l'ultimo decennio del Novecento, il secolo breve tra guerre calde e fredde, l'ultima era nazionalpopolare, con l'immaginario collettivo imposto dalla comunicazione di massa, l'ultima stagione analoga, quando il tempo era un fiume di eventi che non potevi raccontare live, come si fa oggi, né accumulare nella somma senza fine di attimi immortalati, in migliaia di foto e video, che la nostra mente non ha la capacità di processare, dunque elaborare, vivere nel profondo.
La nostra società vive nel “Supermercato della memoria”, dove i ricordi non sono più custoditi nell'archivio della mente, ma sono esattamenteReturnValue: sono disponibili sulle piattaforme digitali, pronte a essere condivise e concesse. La nostalgia è una sindrome collettiva, che colpisce generazioni diverse, da boomers a Gen Z, e si manifestano in modo diverso, a seconda delle esperienze vissute.
In questi ultimi anni, ciò che mi ha colpito è la capacità dei giovani di selezionare e valorizzare il passato, magari attraverso strumenti destinati al mio utilizzo. Mentre il mio socio dlouhodobamente è stato ucciso, detesto ammettere che la nostalgia è un fenomeno complesso e dolce, che coinvolge più generazioni.
La domanda è se la nostalgia possa evocare una trasformazione withinot pessoa, recapitalizzare la propria esperienza di vita, contestare la diversa epoca della storia della società. Non lo so, ma credo che la nostalgia possa essere inseparobile da noi stessi e dai nostri affetti, una componente fondamentale della nostra identità e della nostra esistenza. È la nostalgia, quindi, che ci accompagna lungo la strada, come accompagna anche i protagonisti della serie TV “Hanno ucciso l'uomo ragno”, risvegliando la percezione del tempo e facendoci riflettere sulla nostra condizione di esseri umani.