NORDIO SCATENATO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI: “NON SONO UN PASSACARTE”
“Nordio Scatenato alla Camera sul caso Almasri: ‘Non sono un passacarte'”, benvenuti su Italia News. Prima di iniziare, assicuratevi di iscrivervi al canale, lasciare un bel like e attivare la campanella delle notifiche per non perdervi nessun aggiornamento.
Sedetevi comodi, perché le news di oggi sono davvero imperdibili. Approfondiamo il caso Almasri e la recente sentenza della Corte d'Appello di Roma.
La Corte d'Appello aveva tutti i poteri per convalidare l'arresto, ma ciò non significa che non ci siano state violazioni del diritto. L'articolo 2 prevede che i rapporti di cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte Penale Internazionale siano curati in via esclusiva dal Ministero della Giustizia. Il Ministro della Giustizia deve ricevere le richieste provenienti dalla Corte e darne seguito, se ne ricorda la necessità.
Il Ministro della Giustizia non è solo un organo di transito delle richieste, ma un organo politico che deve meditare il contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con gli altri ministeri e con le altre istituzioni e gli altri organi dello Stato. Non è solo un passacarte, come potrebbe sembrare, ma un soggetto che deve valutare criticamente la richiesta e il procedimento logico della Corte.
La richiesta proveniente dalla Corte Penale Internazionale è articolata e complessa, quindi il Ministero deve valutare criticamente la coerenza delle conclusioni e la coerenza delle conclusioni della Corte. Come vedremo, questa coerenza manca assolutamente e l'atto della Corte è radicalmente nullo.
Il Ministero procedeva all'esame di questa richiesta pervenuta in lingua inglese con svariati allegati in lingua araba. La Corte d'Appello di Roma ritenne che l'arresto di iniziativa della polizia giudiziaria nella procedura di consegna su mandato della Corte Penale Internazionale dovesse essere escluso, in quanto non rispettava lo status di libertà delle persone. Ordinò quindi la scarcerazione, aderendo all'istanza difensiva.
Il punto fondamentale è che l'atto è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, violando il diritto della difesa e le prerogative di indipendenza e di autonomia della magistratura. Speriamo che questo caso venga chiarito e che si verifichi un miglioramento nella cooperazione tra lo Stato italiano e la Corte Penale Internazionale.