Mercoledì 10 aprile 2024, il mondo ha ricevuto la notizia della morte di O.J. Simpson, all'età di 76 anni, dopo una lunga battaglia contro una grave malattia. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo, più per il fatto di cronaca con cui è passato alla storia che per la sua carriera come campione di football.
Poche figure sono state tanto controverse nella storia della giustizia americana come O.J. Simpson. Il caso del campione di football è stato un evento mediatico che ha appassionato legali, fan del true crime e cineasti di diverse generazioni. Molti non hanno mai saputo la verità, altri lo hanno sempre difeso, incluso la famiglia Kardashian, tanto che Kim Kardashian ha scelto di diventare avvocato seguendo le orme del padre, Robert Kardashian, uno dei difensori di Simpson.
Oggi la vicenda giudiziaria legata a O.J. Simpson, le indagini e lo storico inseguimento tra le strade di Los Angeles sono raccontati anche nella miniserie in 4 episodi “American Manhunt: O. J. Simpson”, disponibile su Netflix.
Il caso di cronaca che ha diviso gli Stati Uniti è il 13 giugno 1994, quando il corpo di Nicole Brown, ex moglie di O.J. Simpson, è stato ritrovato insieme a quello dell'amico Ronald Lyle Goldman nella sua casa a Brentwood, quartiere residenziale di West Los Angeles. Il doppio omicidio è stato brutale, entrambi uccisi con decine di coltellate e Nicole è stata addirittura quasi decapitata. Immediatamente, O.J. Simpson è stato il primo sospetto.
La vicenda ha rimbalzato subito su tutti i giornali, avvenuto nel pieno della stagione più calda per il campionato di football americano. O.J. Simpson non è stato immediatamente arrestato, ma è stato accordato che si sarebbe costituito cinque giorni dopo. Le cose sono andate diversamente e il 17 giugno 1994, l'America ha cambiato per sempre.
L'inseguimento di O.J. Simpson è passato alla storia e viene seguito dalle televisioni, con telecamere a bordo degli elicotteri mentre i suoi sostenitori, che hanno già deciso la sua innocenza, si accalcano sui bordi delle strade gridando “Free O. J.”, “O. J. Libero”. L'interesse del pubblico è diventato una cassa di risonanza mai vista prima tanto da superare la finale dell'NBA.
Il processo a O.J. Simpson è stato un evento mediatico di proporzioni enormi. Più che un processo per determinare l'innocenza o meno del campione di football, la vicenda è diventata un nuovo scontro – molto più ampio – tra bianchi e neri, andando così nuovamente a toccare le corde da sempre tese della società americana.
C'è chi lo difende e chi accusa la polizia di non aver fatto il suo dovere – di aver analizzato male e di aver contaminato la scena del crimine, di non aver catalogato correttamente le prove -; altri puntano il dito contro, alcuni attenendosi al processo e altri, sì, per motivi razzisti. Alla fine di una lunga procedura penale, O.J. Simpson è stato dichiarato innocente e assolto dall'omicidio nel 1995 grazie a un paio di guanti insanguinati. Due anni più tardi, è stato giudicato colpevole nella causa civile intentata dalle famiglie delle vittime.
Prima di scoprire la causa della morte di O.J. Simpson, c'è un altro aspetto della vicenda dell'ex campione di football che affascina molti, cioè il legame con la famiglia Kardashian. Proprio quelle Kardashian – Kim e Khloe – che da piccole chiamavano O.J. Simpson “zio” e che non hanno mai dubitato della sua innocenza, come ha affermato la stessa Kim Kardashian in un episodio della terza stagione di The Kardashians.
Il legame si deve al padre, Robert Kardashian, avvocato e grande amico di O.J. Simpson. Fu proprio lui a difenderlo in tribunale insieme al “dream team” di avvocati ingaggiati dall'atleta. Robert Kardashian ha ottenuto infatti una fama nazionale per la sua partecipazione al processo di O.J. Simpson ed è poi morto nel 2003 per un cancro all'esofago. La sua dedizione nel voler dimostrare l'innocenza dell'amico ha spinto Kim Kardashian a seguire le sue orme: nel 2020 è infatti diventata avvocato e collabora con diverse associazioni per salvare uomini ingiustamente condannati alla pena di morte.
La causa della morte di O.J. Simpson è un cancro contro cui ha lottato per anni, a cui alla fine è stato sconfitto. Durante questo periodo, immaginando la risonanza mediatica della notizia, la sua famiglia ha chiesto di rispettare i loro “desideri di privacy e grazia”.