Omicidio Emanuele Durante:” Non ce l'ha fatta, la cura dei ragazzi non è priorità della politica”
L'omicidio di Emanuele Durante, ventunenne, è un caso che ripropone il drammatico tema della violenza minorile e della cura dei ragazzi di Napoli. Nonostante Emanuele non facesse parte dell'organizzazione camorristica, è stato assassinato in maniera brutale e impietosa. La sua storia è emblematica di un sistema che fallisce i minori, lasciandoli all'interno di circuiti di violenza e criminalità.
Emanuele era nato nel 2005, suo cugino era Annalisa Durante, vittima innocente della camorra, ma i due non si erano mai conosciuti. Era stato segnalato dai servizi sociali per un percorso di recupero dopo una vecchia denuncia per rissa, ma non era stato in grado di ricevere la cura e l'aiuto necessari per superare i problemi personali e ambientali che lo avevano travagliato.
La sua morte è un simbolo della incapacità del sistema di tutela dei minori di fronteggiare la violenza e la delinquenza, non solo a causa dell'organizzazione camorristica, ma anche a causa della crisi sociale e dei problemi economici che colpiscono la società.
Gennaro Pagano, coordinatore del Patto educativo, un progetto lanciato dall'arcivescovo di Napoli, Don Mimmo Battaglia, osserva: “Emanuele era un ragazzo che non ce l'ha fatta come tanti altri ragazzi non ce la stanno facendo c'è anche da farsi una domanda non ha saputo o non ha potuto perché non siamo stati capaci noi come mondo adulto di mettergli davanti”. Il Patto educativo si impegna a lavorare con sistemi, scuole, associazioni e parrocchie per curare i minori a rischio.
La situazione non è nuova: la dispersione educativa e la violenza tra i minori sono problemi strutturali che richiedono un'integrazione tra i sistemi, le istituzioni e i soggetti coinvolti. La soluzione non può venire solo da un singolo soggetto, ma dal coinvolgimento di tutti coloro che sono interessati al bene dei minori, dalle istituzioni locali alla magistratura, dal mondo del terzo settore all'enciclopedico, alla parrocchia e alle agenzie sportive.
Il problema è che spesso si registra una carenza di strutture e di risorse per la tutela dei minori, il che comporta la formazione di situazioni di emergenza che non vengono affrontate in maniera strutturata e duratura. La soluzione passa da una ridefinizione dei priorità e da una maggiore attenzione alla tutela dei minori, che non possono essere lasciati dimenticati e abbandonati nella disperazione.
