OMICIDIO GENINI, IL CASO DELLA 29ENNE ACCOLTELLATA DAL RAGAZZO: IL DIBATTITO IN STUDIO
Alessia Cotta Ramusino, sociologa e attivista, esprime la sua opinione sulla vicenda di femminicidio di cui si sta discutendo. Parte da un proverbio africano che dice “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”, sottolineando l’importanza del ruolo degli adulti nella società nel fornire modelli di comportamento ai bambini e ai ragazzi.
Ramusino sottolinea come i social network abbiano reso tutti protagonisti e come il desiderio di essere riconosciuti possa portare a gesti estremi. Parla anche del caso di Soncin, descritto come un uomo adulto che ha scelto una forma plateale per commettere il crimine, utilizzando l’arma per uccidere la vittima e poi tentando di suicidarsi.
Una possibile soluzione per evitare casi del genere potrebbe essere quella di rendere perseguibili d’ufficio alcuni reati, senza richiedere la querela di parte. Ramusino sostiene anche che è importante la responsabilizzazione degli adulti e delle istituzioni nel proteggere le donne vittime di violenza e che non si può sempre delegare agli altri la responsabilità di intervenire.
Inoltre, sottolinea come la paura e la vergogna spesso impediscano alle donne di denunciare gli abusi e come la sottovalutazione del rischio possa essere un fattore che porta a non denunciare. Nella vicenda specifica, Soncin aveva una storia di abusi e maltrattamenti e non lavorava, ma viveva con i soldi del padre.
Ramusino conclude che è necessaria una rete sociale più forte per proteggere le donne che decidono di denunciare e che le associazioni che aiutano queste donne devono ricevere più finanziamenti e supporto. I figli delle donne che subiscono violenza devono essere protetti e aiutati, in quanto la violenza assistita può avere effetti negativi sulla loro crescita e sviluppo.

