Omicidio Saman Abbas, il fratello Alì Haider ammesso come testimone: “Così si riapre il processo”
È iniziato il processo di appello per l'omicidio di Saman Abbas, la ragazza uccisa dai suoi stessi parenti nel 2021 a Novellara. La madre, Nazia Shaheen, già condannata all'ergastolo insieme al marito, ha partecipato all'udienza e ha affermato di essere “una mamma innocente”.
La vera novità del processo è la presenza in aula di Nazia Shaheen, che non aveva partecipato al dibattimento di primo grado e potrebbe rappresentare un elemento dirompente e completamente nuovo. Il fratello di Saman, Alì Haider, è stato ammesso come testimone oculare dell'aggressione a Saman e potrebbe cambiare le sorti del processo.
La sconfitta della famiglia dei killer, però, non è disposto a rassegnarsi. “Ero molto emozionata e molto contenta”, afferma la moglie del presidente del centro per la lotta contro la violenza contro le donne, “perché Ali Haider, il fratello di Saman, è un ragazzo che ha compiuto un percorso di maturazione e di libera critica della propria cultura. Egli è stato considerato indagabile non attendibile, ma aveva solo 16 anni quando avvenne l'omicidio di fronte alla sorella. Eppure, è l'unico testimone oculare dell'aggressione a Saman e può cambiarle le sorti di questo processo”.
Tuttavia, la difesa non si rassegna e sostiene che il fratello di Saman possa avere mentito per nascondere la verità e non rivelare la verità sulla morte della sorella. “Non c'è alcuna prova per dimostrare la responsabilità loro di Saman”, afferma il presidente del centro per la lotta contro la violenza contro le donne, “quindi non riteniamo che questo atto e quei motivi possano sviluppare la sentenza di assoluzione piena emessa dalla Corte d'Assise di Reggio Emilia”. Per la prossima udienza, fissata per il 6 marzo.
