OMICIDIO STEFANI: L’ANALISI DEI CRIMINOLOGI

OMICIDIO STEFANI: L’ANALISI DEI CRIMINOLOGI

OMICIDIO STEFANI: L’ANALISI DEI CRIMINOLOGI

Le psicologhe giuridiche e criminologhe Laura Volpini e Cristina Brasi hanno discusso il caso dell’omicidio di Sofia Stefani, uccisa dal suo comandante, Gualandi, con cui aveva una relazione di sottomissione. Le due esperte hanno sottolineato come il contratto di sottomissione trovato nei dispositivi informatici di Gualandi sia la prova dell’abuso di potere e del controllo coercitivo esercitato su Sofia.

Secondo le esperte, il caso presenta tutti gli elementi di un femminicidio, poiché Sofia era una donna fragile con un disturbo borderline di personalità, che era stata manipolata e controllata da Gualandi, il quale si era approfittato della sua posizione di potere per abusare di lei.

Le psicologhe hanno anche sottolineato come il contratto di sottomissione non sia stato considerato come un gioco tra adulti consenzienti, ma piuttosto come la prova dell’abuso di potere e del controllo coercitivo esercitato su Sofia. Hanno anche evidenziato come la fragilità di Sofia sia stata un aggravante, poiché Gualandi si è approfittato della sua vulnerabilità per abusare di lei.

Tuttavia, le esperte hanno anche sottolineato come Sofia non fosse una persona completamente in balia di Gualandi, ma avesse anche una sua soggettività e avesse tentato di prendere l’iniziativa per far uscire la relazione allo scoperto. Il fatto che Gualandi abbia portato fino in fondo il contratto di sottomissione e abbia ucciso Sofia è stato considerato come la prova della sua volontà di controllarla e di non lasciarla andare.

In sintesi, il caso di Sofia Stefani è stato considerato un esempio di femminicidio, in cui la vittima è stata uccisa a causa della sua condizione di donna e della sua vulnerabilità, e in cui l’omicida ha abusato del suo potere e del controllo coercitivo per commettere il crimine.


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